Quotidiano sportivo a cura di Alberto Mangano e Giovanni Vigilante
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La colpa è sempre degli altri

E la colpa è sempre degli altri, questa volta della redazione della RAI. Io penserei al motivo che ha spinto una redazione nazionale a dedicare del tempo ad una società, sia pure con un passato importante, ma pur sempre di serie C. Evidentemente, da lontano e non coinvolti da appartenenze, hanno pensato che quello che stava avvenendo a Foggia era una notizia, era una situazione che ora conoscono da Trento a Palermo.
Sicuramente sono da condannare gli episodi gravi a cui fa riferimento l’ex presidente anche se, giusto per dare dei riferimenti temporali, non proprio della settimana scorsa. Se gli stessi episodi, ripeto gravissimi, avessero minato la serenità sua e della sua famiglia, avrebbe dovuto smettere allora e non dopo più di un anno, un anno e mezzo. Mi viene quindi da pensare che sia successo qualcos’altro. Uno striscione può far abbandonare un progetto? Se così fosse dovremmo rimanere stupiti dalla capacità persuasiva della Curva Nord che riesce a far cambiare idea con uno striscione, anche se si può considerare di cattivo gusto.
Piuttosto, invece di scaricare le colpe sull’ambiente foggiano, la società non dovrebbe dimenticare che lo stesso ambiente è quello che ha sottoscritto 4000 abbonamenti circa gratificando la buona campagna acquisti fatta in estate per essere protagonisti in campionato. Succede, però, che mentre i tifosi hanno pagato sino all’ultima gara, la società, a gennaio, nonostante una serie di risultati positivi da parte del neo allenatore Zauri, invece di pensare a recuperare il terreno perduto, decide di ridimensionare la rosa affidandosi a giovani, che probabilmente emergeranno in futuro ma che, dati alla mano, a due giornate dal termine non hanno ancora portato a casa la salvezza aritmetica. Quindi ridimensionamento chiaro ed inequivocabile dopo aver ricevuto il consenso ai botteghini ad inizio stagione. Tra l’altro, se è vero che la società ha chiesto al Comune di sostenere le spese per poter disputare l’ultima gara interna, tra l’altro importantissima, vuol dire che, senza tale aiuto i poveri abbonati non avrebbero potuto godere nemmeno di tutte le gare acquistate ad inizio stagione. A proposito, poi gli eventuali incassi andrebbero nelle casse della società con il favore dell’amministrazione comunale, quindi di soldi pubblici, quindi di soldi dei cittadini foggiani, anche di quelli che magari non seguono il calcio? Tutto ciò è normale? Era necessario iniziare questo quarto anno di gestione ( di fatto chiuso a gennaio con una società nemmeno presente alla stadio per le gare)?
Non sappiamo cosa riserverà il futuro in questa piazza, forse la categoria che si merita ma l’auspicio è che si faccia calcio in qualsiasi serie senza calpestare quella dignità che ha sempre contraddistinto questi colori, quella dignità che non si compra con il denaro, quel denaro che spesso ti fa sentire assolutamente onnipotente.

Alberto Mangano

Alberto Mangano

Giornalista sportivo , opinionista televisivo. Tra le sue collaborazioni quella con Il Mattino di Foggia. Autore del sito www.manganofoggia.it sulla storia, la cultura e le curiosità sulla sua città. Autore inoltre di diversi libri su Foggia e sul Foggia.
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