Chi parla e chi fa i fatti!
Mentre si attende se ripartire, chiudere o riprogrammare, mentre la società, dopo i bisticci mediatici degli ultimi giorni, cerca di ritrovare una intesa al suo interno o una soluzione alternativa all’attuale, nel frattempo che ciascuno indica le soluzioni più fanatasiose per il futuro del calcio e del Foggia, l’unica componente che non si è fermata nemmeno con l’arrivo del Coronavirus, è quella della tifoseria organizzata.
Nei giorni scorsi tante sono state le iniziative che l’hanno vista protagonista, dall’impegno a favore della raccolta fondi per la terapia intensiva dei Riuniti di Foggia, alla donazione di tablet ai pazienti ricoverati in ospedale, dalla donazione di sangue, alla vendita di maglie di calciatori del passato.
Tutti i soldi raccolti, unitamente a quelli derivanti da un’autotassazione, son serviti a regalare, tramite buoni spesa, un po’ di aiuto a chi, soprattutto in questo momento di difficoltà, ha avuto il serio problema di mettere il piatto a tavola. Altra donazione in denaro, per esempio, è stata fatta a chi si è ritrovato, all’improvviso, l’asilo devastato e danneggiato. Insomma questo mondo che fa notizia solo quando conviene, nel silenzio assoluto si è mosso e lo ha fatto con amore e dedizione.
Nell’anno del Centenario, al di là dei campioni che hanno onorato questa maglia, andrebbero festeggiati i tifosi, quelli che guidano un intero stadio, quelli che hanno scritto pagine importanti di questa lunga storia, quelli ricordati per numeri, soprattutto in trasferta, assolutamente incredibili, quelli senza i quali nessuna società si sarebbe avvicinata, quelli che, anche fuori dallo stadio, danno lustro a questi colori e a questa città, quelli che tutto sono tranne tifosi di serie D.