A…4 passi dal traguardo
di Massimo G. Marsico
Dopo 34 giornate di campionato, il Foggia è all’undicesimo posto con 46 punti.
Alzi la mano chi non avrebbe firmato ad inizio di stagione (e – ancor di più – al termine del girone di andata, chiuso da Agnelli e compagni in zona retrocessione) se gli avessero detto che la squadra rossonera sarebbe stata ad otto giornate dalla conclusione della regular season a soli… quattro passi da “quota 50”, toccata la quale statisticamente si evitano anche i play out.
Tranquilla – negli auspici precampionato – doveva essere la salvezza, e senza particolari affanni il Foggia sta raggiungendo l’obiettivo prefissato (vicende societarie a parte, s’intende).
Merito, soprattutto, del rendimento della squadra nel girone di ritorno: ben 24 punti in 13 giornate, con una media di 1,84 punti a partita (chi la mantenesse per tutto il campionato, chiuderebbe il torneo a quota 77…).
Basterebbero questi ultimi numeri per mettere a tacere i detrattori del d.s. Nember (sostituto di Di Bari a stagione in corso) che ha rivoluzionato la rosa a gennaio (18 operazioni tra entrate ed uscite).
Più che il cambio di modulo (dal 4-3-3 Stroppa è passato in corso d’opera al 3-5-2 nell’intento, forse, di dare maggior solidità difensiva ad una squadra che resta, però, tra le più perforate del campionato: già 57 gol subiti) sono apparsi decisivi gli inserimenti tra i titolari di Tonucci, Greco e, soprattutto, di Kragl (già 6 volte a segno).
Tra gli uomini della “vecchia guardia” spicca su tutti il rendimento di Mazzeo, autore, finora, di 14 gol. Del resto, trovare la via della rete non è mai stato un grande problema per una delle squadre più prolifiche del torneo (53 gol all’attivo realizzati da 16 giocatori diversi, compresi quelli che sono stati ceduti).
La mancanza di continuità – l’andamento altalenante delle ultime gare ne è la testimonianza più lampante – ha impedito al Foggia di salire in classifica più velocemente (dalle zone pericolose si è tirato fuori solo dopo la vittoria di Chiavari) e più in alto (solo da un paio di settimane s’è affacciato nella metà alta).
Non va dimenticato, poi, che ogni qualvolta la squadra è stata chiamata a fare il salto di qualità (come, recentemente, a Perugia e a Parma), le cose – per un verso o per un altro – non sono mai andate bene.
Curioso, tra l’altro, come il rendimento esterno (26 punti, frutto di ben 8 vittorie e 2 pareggi) sia superiore rispetto a quello interno (20 punti). Fuori casa il Foggia è da promozione (terzo nella classifica parziale), in casa da retrocessione (peggio ha fatto solo la Pro Vercelli). Ovvio che si ritrovi, al tirar delle somme, a centroclassifica.
Grande con le “piccole” e piccolo con le “grandi”: è stata questa la costante più significativa, fin qui, del Foggia (che peraltro – va detto – sul piano del gioco ha molte volte convinto). Con le squadre attualmente in zona-promozione (le prime 8) ha racimolato la miseria di 8 punti sui 36 a disposizione. Viceversa, con le squadre in zona-retrocessione (le ultime 6) ne ha conquistati 17 su 21. Evidentemente, si spiega anche con questi numeri l’attuale posizione in graduatoria.
Dunque, allontanata l’eventualità di poter vivere incubi (manca la certezza matematica, ma la salvezza – come detto – è a… quattro passi), il Foggia ha ora la possibilità di sognare, complice – si fa per dire – il Cittadella. La squadra veneta occupa attualmente l’ottavo posto, l’ultimo disponibile per disputare i play off. Ha 4 punti in più del Foggia, ma è in crisi (nelle ultime 5 giornate ha racimolato solo 2 punti e a Terni ha trovato la terza sconfitta consecutiva). Nelle prossime due giornate affronterà Parma e Palermo, in lotta per la promozione diretta. Mentre il Foggia se la vedrà con Ascoli e Ternana, squadre di bassa classifica (con le quali – come detto – ha quasi sempre fatto bene).
Poi, dopo il derby, il Foggia farà visita proprio al Cittadella per dar vita ad una sfida che potrebbe, se le cose dovessero andare in un certo modo, diventare decisiva in chiave play off (chi l’avrebbe mai detto…).
Certo, lasciando da parte il Venezia (attualmente settimo, ma con gli stessi punti del Cittadella: 50), bisognerà fare i conti anche con lo Spezia (che, al momento, affianca il Foggia a quota 46) e, soprattutto, col Carpi (che sopravanza i rossoneri di due lunghezze).
Ma già il fatto di parlare di sogni (e non di incubi), ci fa percepire quanto la realtà non sia, poi, tanto male…