Legati a freddi numeri!
di Alessio Mangano
Ormai la vita degli italiani, tutti chiusi in casa, è scandita dai vari tg, dai notiziari e soprattutto dal quotidiano rapporto della Protezione Civile. Ed ogni giorno si contano i morti, il numero viene confrontato con quello del giorno prima o con quelli della settimana precedente. Alcuni giorni ci si deprime, altre volte si nutre la speranza ma il tutto passa attraverso un numero sterile, freddo che nasconde una cruda realtà.
La gente muore ma non ha un nome, non ha una immagine ma solo al massimo una età e una concomitanza di patologie. E tutti noi, per un innato istinto di sopravvivenza, inconsapevolmente, ci rassereniamo perchè siamo più giovani, perchè magari abbiamo una buona salute di base. Facciamo tutto questo senza renderci conto che questa nostra esperienza si sta accompagnando alla perdita di vite umane che, al di là dell’età, non riescono a godere dell’ultima carezza di un proprio caro o dal trapasso attraverso un dovuto funerale. Oggi forse un cane morirebbe meglio.
Fa riflettere anche il fatto che tra tanti morti ci siano numerosi sacerdoti che, rimboccatesi le maniche, hanno cercato di prestare la propria opera al fianco dei loro parrocchiani malati, contagiandosi e rimettendoci la propria vita.
In questi giorni cupi stiamo imparando che gli eroi non sono quelli dei film o quelli che imparammo a conoscere sui banchi di scuola. Gli eroi sono quelli che fanno il proprio dovere tutti i giorni, con il sole o con la pioggia, in periodi normali e di emergenza e a tutti loro va il ringraziamento di chi aspetta che la tempesta sia passata, che si possa tornare a vivere la vita di tutti i giorni, quella che a volte ci pesava pure.
Nel frattempo, quando leggiamo un numero, soffermiamoci anche solo per un minuto a scomporlo, ad abbinarlo a padri, nonni, fratelli e dedichiamo loro una preghiera per chi crede, una riflessione per tutti gli altri. Non lasciamoli soli anche dopo.