Decisione fatale ma non di pancia
Dopo il terremoto post Foggia Cremonese che è costato il ruolo di direttore sportivo a Giuseppe Di Bari, unico superstite del Foggia del 2012, quel Foggia che ritornava a calcare i campi di gioco, è ormai tempo di pensare al futuro. Quello immediato si chiama Ascoli e sarà gestito da mister Stroppa e dalla sua squadra, quello invece proiettato a gennaio, periodo di calciomercato, è di competenza della famiglia Sannella che è in cerca dell’uomo che dovrà provvedere a rinforzare la squadra.
Quest’uomo potrebbe avere il profilo di Marino che avrebbe un ruolo più di direttore generale ma con la ovvia necessità di operare sul mercato, oppure si dovrebbe pensare ad un direttore sportivo che abbia il solo compito di seguire il calciomercato, sia in entrata che in uscita, ed i nomi che circolano sono tutti sostanzialmente concretizzabili; nel caso in cui si decidesse di affidarsi ad un uomo di mercato, allora quasi certamente Franco Sannella affiancherebbe il fratello nella guida della società.
Se per il popolo rossonero l’esonero di Di Bari è potuto sembrare figlio di una decisione presa a caldo, di pancia, immediatamente dopo la rocambolesca sconfitta di sabato, la stessa volontà di dare fiducia al tecnico e mandar via il D.S. evidenzia che la responsabilità di una rosa giudicata impreparata per la categoria era, secondo chi ha preso la decisione, da attribuire soprattutto a chi si è mosso sul mercato.
La società si era illusa che Stroppa avrebbe potuto far bene anche così mentre il tecnico, probabilmente, ha dovuto far buon viso a cattivo gioco anche perché aveva da gestire uno spogliatoio dove i nuovi avevano la assoluta necessità di godere della stima del tecnico e di essere pienamente inseriti nel gruppo.
Poi, le vicende Milinkovic e Sarno, i contratti a lungo termine, calciatori importanti in scadenza non ancora ricontrattualizzati, sicuramente qualche buona trattativa in entrata non portata a termine, hanno contribuito ad incrinare un rapporto definitivamente rotto sabato scorso.
Il calcio non può vivere solo di storia, il calcio ha bisogno di risultati continui e a Di Bari non è bastata la conclusione di qualche buon acquisto negli ultimi anni, non è servito poter vantare di aver contribuito all’ascesa di tre allenatori come Padalino, De Zerbi e Stroppa; oggi il Foggia ha bisogno di certezze che dall’inizio della stagione non si intravedono e la società, legittimamente, chiede che qualcuno paghi il conto.
Aspettiamo ora il nuovo direttore che non avrà un ruolo facilissimo, almeno nel breve tempo, ma che dovrà assolutamente salvare la stagione e di conseguenza la categoria.
Per ora la palla passa alla squadra.