Con il “senno di prima” un pareggio lo si sarebbe potuto sottoscrivere perchè conquistato sul campo di una signora squadra, con signori calciatori, con un signor allenatore e soprattutto su un campo dove erano cadute 4 squadre su 5.
Poi, ci si fa due conti, si guarda la classifica e si capisce che i pareggi vanno bene in un campionato normale ma sono quasi una sconfitta per chi ha un handicap sul groppone difficile da sopportare.
Andiamo comunque ad analizzare la gara: per fare una difesa a quattro bisogna avere più scelte e non bisogna rischiarla in una gara importante dovendo “ingabbiare” nel ruolo di terzini Gerbo e Kragl; non si può sbagliare l’approccio alla gara perchè poi succede che proprio all’inizio si può soffrire l’avversario ed essere costretti poi a fare dei falli di troppo che, se sanzionati con il cartellino, vanno a pregiudicare la partita del singolo e di tutta la squadra.
A dire il vero, dopo aver subito eccessivamente gli avversari nella fase iniziale, il Foggia era venuto fuori abbastanza determinato mostrando i muscoli e le proprie potenzialità.
In attacco le occasioni più ghiotte forse le ha proprio il Foggia grazie sempre allo zampino di Mazzeo: il bomber rossonero nel primo tempo faceva la sponda a Chiaretti che con un pregevole tiro costringeva al tuffo il portiere avversario che si salvava anche grazie all’aiuto del palo; nel secondo tempo sempre Mazzeo, di rapina su un cross basso in mezzo all’area, colpiva clamorosamente la traversa e non dava la gioia del gol che di solito, in quella posizione e in altre stagioni, veniva realizzato anche ad occhi chiusi.
A questo punto se il Foggia a La Spezia è sembrato soffrire più del suo avversario è dipeso anche dalla capacità dei singoli per cui può succedere che anche quest’anno un giocatore che non veste la maglia rossonera ma quella avversaria e che si chiama Bidaoui ti mette in mezzo ad una strada e ti costringe al fallo. Bidaoui è una certezza in questo momento del campionato mentre il Foggia ha delle grande individualità che al momento non sono ancora pronti e non sempre il tutto è riconducibile a moduli o a posizioni in campo.
Il Foggia, a fine novembre, è ancora un cantiere aperto, ha numerosi elementi in alcuni reparti mentre forse avrebbe potuto migliorarsi numericamente in altri. Forse nella rosa manca il giusto equilibrio ed il mister non può sempre trovare la quadratura del cerchio.
In altri momenti il punto di La Spezia sarebbe stato visto in un bicchiere mezzo pieno ma, in questo momento forse si poteva sperare nell’intera posta in palio per cui purtroppo ci prendiamo il mezzo bicchiere ma non gioiamo più di tanto.