Solofoggia.it

Storie vere di calcio: quando Foggia e Giugliano giocavano in Serie A.

Non è un racconto di fantascienza, ma un capitolo romantico legato al calcio femminile di metà degli anni 80, quando le rossonere della Brina Foggia e le gialloblù del Giugliano incrociarono i propri destini nella massima serie. Correva l’anno 1985 (la A femminile faceva coincidere la stagione con l’anno solare) e solo 13 formazioni si contendevano lo scudetto, fra queste il Giugliano, retrocesso l’anno precedente e poi riammesso e la Brina Foggia che, imbattuta, aveva conquistato la promozione trionfando nel girone C della serie B del 1984.

Nonostante l’apporto delle due scozzesi Maria Blagojevic, di origini serbe,  ed Edna Neillis, il Foggia , con un organico non all’altezza della categoria, palesò sin da subito tutti i propri limiti. A fine stagione le rossonere racimolarono solo 12 punti grazie alle due vittorie , che allora venivano premiate con due punti, in quel di Pordenone e di Latina ed agli otto pareggi. Ben 14 furono le sconfitte con un differenza reti deficitaria di meno 28. Chi fece peggio fu il Giugliano, ultima in graduatoria con gli stessi punti ma con un peggior scarto di reti rispetto alle ragazze del presidente De Vita, fondatore e grandissimo artefice del  miracolo rossonero al femminile. Per la cronaca le campane vinsero entrambi gli scontri diretti contro il Foggia. Quel campionato fu vinto dalla Sanitas Trani 80, che bissò il successo dell’anno precedente, mentre il titolo di capocannoniere fu conquistato da Carolina Morace della Roi Lazio con 27 gol in 24 gare, diventata negli anni ancora più famosa per essere stata la prima donna, ed ancora unica, a guidare in panchina una squadra maschile professionistica italiana anche se solo per due giornate, la Viterbese di Gaucci  nella C1 del 1999.

In foto: con la maglia rossonera Antonia Di Roma, una delle più forti rappresentanti del calcio femminile foggiano degli anni ’70.