Quando Gianfranco De Laurentiis e Giorgio Martino nel 1977 inventarono il termine “Eurogol” quale titolo della loro fortunatissima trasmissione dedicata alle coppe europee, non avevano immaginato che tale vocabolo sarebbe diventato di uso comune nel gergo calcistico per indicare quei tiri che partono da fuori area e violano gli angoli più reconditi delle porte. Ebbene in questa stagione gli “Eurogol” sono un fattore che condiziona, purtroppo in negativo, il cammino del Foggia. Le varie guide tecniche che si sono succedute nelle diciassette giornate fin qui giocate, non sono riuscite a definire una gerarchia fra i due portieri rossoneri con De Lucia titolare per nove partite e Perina per otto.
Dei 24 gol totali subiti ben 8, e cioè il 33%, sono giunti da tiri della distanza a volte imparabili e a volte meno. De Lucia ne ha raccolti nella propria rete addirittura 5 in sole due partite, di cui 3 nella sconfitta interna con il Monopoli ad opera di Viteritti, Calvano e Bruschi e 2 nella rimonta subita a Potenza contro il Sorrento quando le conclusioni di De Francesco e di Vitiello sono apparse meno irresistibili. Per Perina i cecchini sono stati De Rosa del Giugliano corsaro a Foggia per 1-2, Castellano autore del momentaneo vantaggio della Turris ed infine Oviszach che per il pareggio del Crotone ha avuto tutto il tempo di stoppare il pallone con la coscia per poi far partire un destro micidiale da oltre venti metri.
Che sia un’annata poco felice per gli estremi difensori foggiani non vi è dubbio anche in considerazione di altre incertezze dimostrate nelle respinte e nelle uscite alte ma la piaga degli “Eurogol” subiti è sicuramente preoccupante tanto più che è condivisa con il resto della squadra che in più di un’occasione non si è fatta trovare pronta a fornire la giusta protezione per schermare l’artiglieria nemica.