Foggia Lecce finisce a favore di chi forse partiva avvantaggiato per le assenze dei rossoneri, per il clima ambientale ma, per come è andata, in questo derby ci si aspettava qualcosa di più in termini di emozioni da una parte e dall’altra.
Formazione praticamente annunciata quella di Padalino che, temendo l’assalto dei padroni di casa, cura molto più la fase difensiva arrivando, se necessario, anche a chiudersi dietro la linea della palla. La strategia può essere vincente se la si considera alla lunga, pensando ai giallorossi che con il passare dei minuti avrebbero potuto far emergere un calo di tensione e una diversa attenzione. Purtroppo però, per far questo gioco, in difesa non devi lasciare sbavature ma se poi lasci libero, al centro dell’area, un bomber come La Mantia, la frittata è fatta.
Puoi pensare di recuperarla anche perchè il Lecce, inspiegabilmente, tira i remi in barca e consente agli avversari di guadagnare metri. A quel punto però riemerge la difficoltà sia negli ultimi metri sotto porta, sia quella di provare il tiro da lontano e alla fine, anche se tutti impegnati in un generoso assalto sotto porta, le polveri restano bagnate e Vigorito va a casa senza farsi la doccia e senza consegnare la divisa al magazziniere per il consueto lavaggio.
Pensare poi di alzare il livello agonistico della gara nel finale di una gara dove devi evitare di sprecare anche il singolo secondo, è stato il suicidio definitivo.
Non sappiamo se oggi si potesse fare di più, il Lecce negli ultimi minuti aveva ceduto il campo ai rossoneri altrimenti la vittoria, indipendentemente dal risultato finale, poteva sembrare maggiormente meritata e voluta. Questa volta Kragl, apparso sicuramente sotto tono, non aiuta la sua squadra e il triplice fischio finale riporta tutti alla triste e cruda realtà: sul campo ci sarà ancora tanto da soffrire sino alla fine.
Si raccolgano i cocci di Lecce e si pensi al Cittadella, non ci sono alternative.