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Cui prodest?

Il Foggia si ritrova all’ultima gara di campionato con la necessità di trovare una delle combinazioni favorevoli per evitare di scomparire dal calcio professionistico. Se la squadra si esprimerà come nell’ultima gara interna, allora ci sarà da sperare in ciò che potrà succedere sugli altri campi. Se le cose non dovessero andar bene, la squadra dovrebbe disputare la doppia gara dei playout contro quel Messina che sembrava morto da un pezzo e che, nonostante gli 11 punti che lo vedevano sotto il Foggia, allo Zaccheria è sembrata la capolista.
Ma a chi serve questa salvezza? Forse all’eventuale nuova società sempre che le trattative possano giungere ad una fumata bianca. Certamente servirà alla vecchia società che ha lasciato la nave in balìa delle onde convinta che ormai la salvezza fosse una pratica già sbrigata. E allora niente stipendi, polso fermo con chi aveva rifiutato il rinnovo del contratto, niente spese per la trasferta, niente incombenze per far disputare l’ultima gara interna. Tanto a Foggia qualche fesso che paga per mettere le pezze c’è sempre.
Purtroppo però la salvezza non è arrivata e pertanto chi deve vendere comincia a pensare di ritrovarsi con il cerino in mano. Quindi si ritorna in sella mandando via Zauri e Leone e si reintegra Vezzoni (sembrerebbe così in attesa di un comunicato ufficiale), reintegro già chiesto dall’allenatore qualche settimana fa e negato.
A parte il fatto che il 31 marzo il dimissionario presidente aveva annunciato che la guida tecnica sarebbe giunta a completare la stagione, oggi si chiede ad un calciatore che per settimane si è allenato per dovere contrattuale, dopo non avergli pagato le ultime spettanze, di scendere in campo a Picerno e di fare la differenza. Con quale spirito un calciatore potrebbe impegnarsi? E per chi? Certo non per la maglia e per i tifosi perchè una salvezza non garantirebbe la partecipazione del Foggia al prossimo campionato di serie C.
Poi qualcuno si lamenta che si parla del Foggia sulle reti nazionali.
Se si prendono le decisioni prima per dispetto e poi per paura di perdere il patrimonio, cosa si pretende?
La salvezza, con una proprietà che è rigida nella cessione basata su determinate cifre, sarebbe veramente quello che sperano i tifosi? In definitiva tutto questo a chi serve davvero?