Egregio direttore lombardo,
sono un Italiano che si è commosso quando ha visto decine e decine di operatori sanitari prendere un aereo dal profondo sud e volare verso il nord del Paese per aiutare i colleghi in evidente e comprensibile affanno. Che eroi questi ITALIANI! Sono un italiano che si commuove quando ascolta il “Bollettino di Morte” nella diretta quotidiana delle 18 della Protezione Civile: quel triste e asettico numero non indica le zone di provenienza, ma racconta di ITALIANI che non ce l’hanno fatta.
Sono altresì un Pugliese che si è commosso quando ha saputo che il primo paziente giunto da Bergamo all’Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti, è stato dimesso perchè guarito. Se io fossi il direttore di una importante testata giornalistica, non esiterei un istante a contattarlo per farmi rilasciare un’intervista e per chiedergli se è proprio vero che nel sud dell’Italia esistano veramente delle eccellenze in campo sanitario.
Sono infine un foggiano che sa benissimo quanti sacrifici hanno fatto le generazioni precedenti alla mia per riuscire a trovare un lavoro al Nord, contribuendo con il lavoro e il sudore della fronte alla crescita economica del settentrione. Foggia veniva dal massacro della Seconda Guerra Mondiale ricevendo dalla Presidenza della Repubblica dell’ITALIA intera ben due medalglie d’Oro, al Valor civile e a quello Militare. Se poi questa provincia ha dato anche i natali al Presidente del Consiglio per noi è un dettaglio perchè Giuseppe Conte, come me, è soprattutto un Italiano. Per tanti di noi l’Italia è la stessa e unica sia quando si parla di Covid-19 sia quando si parla di colera, sia quando si parla di Mani Pulite che quando si parla di mafia, sia quando si va a sciare sulle Alpi si quando si viene a villeggiare in Puglia, in Calabria o in Sicilia.
Mi piacerebbe leggere di disquisizioni sulle manovre finanziarie, sulle capacità dei singoli ma non sulle loro origini o sul modo di vestire di un politico che, per esempio, tanto la meravigliò lo scorso anno.
Ecco, provi a dimenticare la città di Foggia, così come noi cercheremo di dimenticare quello che scrive sulla nostra città. Sforziamoci, almeno in questo periodo, di essere ITALIANI, di collaborare tra noi affinchè i soggetti a rischio, quelli che hanno più o meno la sua età, non debbano mai testare quanto sia eccellente la sanità anche in altre parti d’ITALIA.