La partita è importante, il Foggia deve dimostrare di non essere l’ultima della classe, i tifosi le hanno chiesto impegno e dedizione. Inizia la gara, le curve instancabili sono al fianco della squadra, oggi si deve vincere e il sostegno non può mancare. Il settore ospiti stranamente è ancora vuoto, la partita va avanti, il Foggia sta onorando la maglia, i tifosi si sentono appagati, sono soddisfatti ma sanno anche di non poter abbassare la guardia, devono continuare ad incitare i ragazzi, la fregatura potrebbe essere dietro l’angolo.
Poi, di colpo, tutto si ferma. Il Foggia sta vincendo ma la fine della gara è ancora lontana. I tifosi in curva seguono la gara in religioso silenzio. Ritirano gli striscioni. C’è un clima surreale.
Comincia a circolare voce che un tifoso della Cremonese sarebbe stato colto da un malore lungo il tragitto verso Foggia, sarebbe stato ricoverato in ospedale ma inutilmemte. I compagni giungono a Foggia dove apprendono che il loro compagno non ce l’ha fatta. Mestamente dopo centinaia e centinaia di chilometri, decidono di non vedere la partita e di ritornare silenziosamente e tristemente a casa.
Le curve foggiane rispettano la loro decisione e si fanno da parte.
Spesso si fa fatica a comprendere la mentalità ultras. Questa sera qualcosa invece presumibilmente si è capita. Le curve hanno evidenziato che oltre il gioco, oltre un risultato sportivo, c’è la vita e ciascun tifoso in quel momento si è rivisto in tante trasferte, lungo chilometri chilometri di autostrada così come il viaggio di quel loro fratello.
Questa sera non c’erano i colori e le bandiere a dividere due tifoserie, questa sera ci si è ritrovati tutti insieme sotto una cappa di tristezza e amarezza.
Questa sera non c’è da riportare una notizia di violenza, non c’è da accostare la tifoseria ad episodi incresciosi da condannare, oggi c’è da celebrare un abbraccio tra fratelli nel nome di uno che non c’è più. Non ci interessa di che colore avesse la sciarpa al collo. Non ci interessa come sia andata a finire la partita. Oggi abbiamo pianto tutti insieme, oggi abbiamo capito che il calcio sarà pure un gioco ma riesce a formare gli uomini.