di Flora Baldi
L’otto di marzo: una giornata per ricordare le conquiste sociali delle donne, un momento per rafforzare la lotta a discriminazioni e violenze. Una festa che nasce e si perde tra
storia e leggende e che fa il suo primo cenno il 28 febbraio 1909, giorno in cui venne istituita dal partito socialista americano che in quell’occasione organizzò una manifestazione in favore del diritto delle donne al voto. Ne segue la storia legata alla tragico incendio del 25 marzo1911 in cui oltre 100 operaie, che lavoravano in condizioni disumane, persero la vita in una fabbrica newyorkese.
Via via, nel corso degli anni, questa ricorrenza si è affermata prepotentemente in tutti i paesi del mondo, fino ad arrivare in Italia nel 1946, quando -usciti dal secondo
conflitto mondiale e nella Italia liberata dal fascismo- le donne poterono finalmente esercitare il diritto di voto, esprimendo la propria inviolabile libertà ed affermando la loro identità, nei secoli prevaricata. Anche Foggia celebra questa ricorrenza. Lo fa attraverso i racconti, tra storia, tradizioni e fonti documentarie delle donne della daunia. A partire dalle 18 presso la sala Mazza del museo civico di Foggia, alla presenza del Sindaco Landella, del Vice Sidaco Erminia Roberto e dell’assessore alla cultura Anna Paola Giuliani. Ad intervenire Il presidente del museo Civico Carmine de Leo ed il direttore dell’archivio di Stato di Foggia Grazia Battista. Le conclusioni, invece saranno affidate a Giovanna Irmici Fidanza, Presidente Unitre Foggia .
Sono tante le storie di donne coraggiose in Capitanata e nel mondo che hanno saputo lottare per riscattare i propri diritti. Ci sono le donne dele lotte femministe del ‘68, quelle cariche di coscienza civile e sociale che sono state in grado di farsi carico di un impegno, donne in grado di vincere la battaglia più difficile nella storia del mondo: quella culturale.
Loro, figlie di un paese conservatore e bigotto, hanno avuto la forza e la volontà di battersi in nome di un’idea, di un diritto negato e lo hanno fatto conquistando quel diritto, nonostante il pregiudizio ed il retaggio culturale. C’è chi ha lottato per il divorzio, per l’eliminazione del delitto d’onore. Ci sono le donne che hanno avuto il riconoscimento dello stupro come delitto contro la persona e non contro la morale.
Donne come monito di forza e lungimiranza.
Tra le donne che amiamo ricordare c’è sicuramente Maria Grazia Cutuli, giovane giornalista italiana uccisa in Afghanistan, Carmela Morlino vittima di femminicidio nel 2015, a cui è intitolato il centro antiviolenza di Foggia. E ancora Alda Merini ultima sublime poetessa del novecento che urlava l’amore ed il dolore degli esclusi. E la foggiana Daniela Marcone, che – tutt’oggi- porta avanti con audacia e forza la battaglia contro la criminalità.
A tutte queste donne, dalla grande dignità, che hanno mostrato e continuano a mostrare ogni giorno il loro coraggio di fronte ad ogni forma di prevaricazione. Ma anche a coloro che vivono nell’ombra, che non possono avere voce e che sostengono le loro battaglie quotidiane, dedichiamo il nostro augurio.
Lo facciamo con una mimosa, il fiore simbolo di questa festa.
Buon 8 marzo!