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Il Foggia, il “Peruggia” e l’uomo nero

di Giuseppe Roberto

Quando ero piccolo, se volevo uscire subito dopo aver pranzato, mia madre diceva “Ma sei impazzito! A quest’ora incontri l’uomo nero”. Ci sono voluti quasi 50 anni, e, dopo aver conosciuto il nero di seppia, il buco nero, il nero che si fuma e qualche nera pagata qua e là, finalmente si è materializzano. Una sorta di individuo vestito in giallo, con protuberanze ossee lasciate in cima dal suo più grande amore, cieco come una talpa deficiente che apre gli occhi solo per fare danni. L’uomo nero esiste ed è uno str…. , le mamme hanno sempre ragione. E quando si materializza l’uomo nero, il calcio viene preso a calci da una serie di situazioni che possono solo far sorridere .. non verrebbe null’altro in mente. Eppure abbiamo giocato, abbiamo provato ma, probabilmente, sto fatto che non si capisce ancora niente a livello politico, ha influenzato anche i tedeschi che, sconvolti per la protesta generale contro l’uomo nero, sembravano privi di lucidità. Lucidità che i francesi hanno immediatamente dimostrato, non appena sono entrati nel merito, per poi sparire con il tempo come sempre. Saltavamo su e giù per il campo come grilli, i più bassi come Grillini, ma l’uomo nero aveva deciso per tutti, il Foggia doveva Perdere aveva scritto sul suo taccuino in codice… “FG PD salutat i ciaccanel”… scritto a penna, nero su bianco, l’unica vola che non si parlava più di donna durante una partita. Così, tra falli inesistenti e falli che non vengono visti, con buona pace delle donne reduci da un 8 marzo che aveva lo stesso sapore e soprattutto la stessa posizione del 4 marzo, finisce una partita vinta per mentalità, per voglia di fare, per il coraggio di aver voluto combattere l’uomo nero, senza aver voluto ascoltare il consiglio delle mamme. #ZaFo’