Il Foggia torna ad essere corsaro anche nel 2018. Bisognava vincere contro una diretta concorrente e lo si è fatto sciorinando a tratti anche un gioco piacevole ed autoritario.
Il Foggia comincia con il piglio giusto, giocando a viso aperto, dimostrando però a tratti, soprattutto nei primi minuti, la difficoltà con i rimbalzi anomali determinati dal campo sintetico.
Alla lunga però, proprio grazie al fatto che il Foggia è una squadra tecnica, riesce a superare il problema legato al fondo di gioco e porta ordine nella manovra. Greco al centro del campo, cerca di dare ritmo alla gara, fa vedere numeri importanti ma ci vuole la forza prorompente di Kragl, alla mezz’ora per dare il giusto merito alla squadra rossonera. Il primo tempo sarebbe potuto finire anche con un vantaggio superiore se il tiro al volo di Agnelli avesse avuto maggiore fortuna.
Nel secondo tempo la squadra di Stroppa capisce di dover chiudere la partita e preme maggiormente sull’accelleratore, molto di più di quanto non facciano i padroni di casa e arriva meritatamente al raddoppio con una azione cominciata da Greco, continuata da Kragl è finalizzata dal bomber Mazzeo che torna in campo a fare il suo mestiere.
Il Foggia, dinanzi ad una Virtus frastornata, avrebbe avuto anche la possibilità di triplicare ma Iacobucci nega la gioia del gol a Deli, gol che avrebbe chiuso definitivamente la partita.
Il rischio che si corre poi a ristrutturare la squadra è quello di non avere giocatori con i novanta minuti nelle gambe e le sostituzioni diventano necessarie. Perdere la direzione di orchestra di Greco con uno Scaglia che non ha inciso assolutamente, fa perdere metri al Foggia e gli avversari galvanizzati da un gol, che nel calcio ci può anche stare, capiscono di poter buttare il cuore oltre l’ostacolo contro una squadra appagata e che ha speso oltre quello che oggi ha nelle gambe; la conseguenza è che si rischia veramente tanto nel finale.
La traversa colta dai padroni di casa fa il pari con il palo di Beretta all’andata e, con una sofferenza che va oltre ogni immaginazione, si arriva al triplice fischio con un grosso sospiro di sollievo.
Le partite si possono vivere combattendo e sudando ma, quando si è superiori per 85 minuti, bisogna portare più facilmente il risultato a casa.
I tre punti valgono oro perché conquistati contro una diretta concorrente e perché danno il vantaggio nello scontro diretto che potrebbe risultare determinante a fine campionato.
Dopo due sconfitte consecutive in casa, arriva comunque puntuale la seconda vittoria esterna consecutiva, un cammino strano per una squadra che facendo il minimo sindacale allo Zaccheria, oggi potrebbe guardare la coda della classifica da molto lontano.