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È stato l’ultimo ad andar via!

Era rimasto l’ultimo che non si era ancora accasato, quasi come quel capitano che idealmente non abbandona la sua nave anche se la stessa è ormai affondata e irrecuperabile.
Secondo me Cristian Agnelli ha creduto fino alla fine di poter essere ancora utile alla causa rossonera ma, prima o poi, certe storie si chiudono, non sono eterne.
Il giudizio sul calciatore, su quello che ha dato alla sua squadra e alla sua città, lo darà il tempo, la storia. Ci basta ricordare che sette anni fa, mentre avrebbe potuto, nel pieno della sua attività, prevedere una carriera diversa, rispose presente al buio pur di poter indossare di nuovo la maglia che aveva sognato da bambino.
Ci sono calciatori che nascono capitani e Cristian è uno di questi. Utile a Padalino, a De Zerbi, a Stroppa, a Grassadonia, a tutti i suoi compagni che gli riconoscevano il ruolo di leader anche quando non era in campo, Agnelli ha contribuito alla rinascita di un Foggia che partì dal ritiro di San Marco in Lamis con un progetto oggettivamente poco credibile ma che avrebbe raggiunto traguardi inimmaginabili con quel ragazzo con la fascia al braccio.
Veder giocare Agnelli con una maglia diversa ci farà specie perchè Agnelli non è solo un ex calciatore del Foggia. Agnelli per sette anni è stato il Foggia, nel bene e nel male.
I giudizi, ripeto, li darà il tempo.
Oggi Foggia tiferà per il nuovo Foggia, Agnelli giocherà per le fortune della sua Pergolettese.
La vita va avanti ma meno male che i sentimenti restano e sapranno forse farci riflettere.

Alberto Mangano