Ad un certo punto della gara a Cava, compaiono dei fumogeni lanciati in campo dai tifosi locali; a fine gara i calciatori rossoneri corrono ad esultare verso una curva maledettamente vuota. Due episodi, nella stessa gara, che raccontano di una voglia di normalità e di un attaccamento del mondo calcio al mondo tifo.
In quella corsa verso il nulla a fine gara i calciatori rossoneri sentono di dover ringraziare chi, in qualunque modo, continua a far sentire la propria vicinanza e il proprio sostegno. La corsa era proprio verso quella curva che ospita coloro che troppo spesso sono stati messi sul banco degli imputati. Cosa è la società, cosa è la squadra.
I calciatori lo hanno capito in quel confronto pacifico prima del derby che di fatto ha cambiato il corso del campionato rossonero. La squadra ha compreso di non essere il bersaglio della contestazione, di ricevere il calore dei propri tifosi ed ha cambiato marcia.
Noi, da queste pagine, lo abbiamo detto da tempo che esiste un popolo che non abbandona la sua squadra, che durante la gara gioisce e soffre per quei colori e che la contestazione alla società è tutta un’altra cosa che certamente non può incrinare mai fede e passione.
Continuiamo a sostenere l’inutilità di processi sommari e frettolosi, di giudizi su un mondo che in tanti non conoscono, di non entrare in meccanismi difficili da interpretare. Ripetiamo, cosa è la squadra, cosa è la società.
Godiamoci quella corsa verso la curva, apparentemente un gesto strano ma molto ricco di significato. Il popolo è con la squadra, gioisce con la squadra, impossibile remare contro. A Foggia, almeno, non è mai avvenuto.