Un pareggio che, per come è arrivato, vale quanto una vittoria ma alla fine sempre pareggio resta. Lo dice a fine partita anche Oliver Kragl che evidenzia la mancanza dei tre punti che sono ormai l’unica strada per evitare di restare in quella scomoda posizione in classifica.
Brutta partita quella del Del Duca soprattutto perchè vede svanire, nel giro di pochi giorni, quella determnazione, quella caparbietà, quell’agonismo che avevano contribuito a sfoggiare una buona prestazione contro il Benevento. Questo Foggia che lotta per non retrocedere, gioca meglio con le grandi che con le piccole e questo sicuramente non giova a suo favore perchè il campionato dei rossoneri si deciderà tra quelle 6-7 squadre che sono più indietro in questo momento rispetto alle altre. Ad Ascoli, per tutto il secondo tempo, con un risultato da recuperare, il Foggia non è mai arrivato in porta se non in occasione del pareggio di Kragl
Questa squadra, è ormai evidente, ha 15-16 elementi tutti allo stesso livello e risulta difficile immaginare una formazione tipo che, in ogni campionato, ha accompagnato una qualunque squadra. Tutto questo indipendentemente dalle scelte di Padalino che, per rinunciare a Kragl, evidentemente sapeva di non poter fare assolutamente affidamento sul tedesco che, come tutti i calciatori, ha i suoi limiti di tenuta atletica, non è un robot, ma per fortuna alla fine è sempre determinante almeno per evitare di sprofondare in classifica. E sì, perchè al 92′ il Foggia era terzultimo, in quella posizione che determina la retracessione diretta. In questo momento, teniamolo sempre a mete, anche i playout diventano un obiettivo.
Tocca girare pagina un’altra volta, con la consapvolezza che le pagine sono sempre meno e che bisogna ancora una volta stringere i denti. Non si conoscono altre strade. Si sa solo che ad Ascoli, comunque, si è fatto un passo indietro.