Succede anche questo: al 93′, l’equilibrio di una partita con poche occasioni e con un Foggia intraprendente, viene alterato da un tiro della domenica che ricorda quel tiro di Rivaldo di oltre 10 anni fa.
Il Foggia, non solo gioca in 10 per la giusta espulsione di Gerbo, ma perde anche la possibilità di operare l’ultimo cambio per provare a cambiar veste tattica perchè nel momento in cui Iemmello avrebbe dovuto lasciare il posto a Galano, Agnelli cade in area e costringe Di Corcia ad inserire Carraro al suo posto.
La squadra resta lunga e Iemmello rimane isolato e di conseguenza annullato dalla difesa avversaria.
Era il completamento di una gara partita male dalla vigilia per le assenze contemporanee di Camporese e Martinelli alle quali si aggiungeva, a pochi minuti dall’inizio, quella di Tonucci che, a seguito di un episodio influenzale, avvertiva giramenti di testa ed era costretto a sedersi in panchina.
Diciamo che alla Salernitana è andata fin troppo bene se si considera che il Foggia, a lunghi tratti padrone assoluto del campo, non ha saputo capitalizzare la sua supremazia per una sua mancanza negli ultimi venti metri e perchè non ha saputo mettere a frutto qualche ghiotta occasione come quella clamorosa capitata sui piedi di Iemmello.
Una partita sfortunata che comunque ha fatto vedere un Foggia intraprendente, libero mentalmente ma che ha ancora bisogno di accorgimenti tattici che riescano ad annullare la distanza ancora grande tra la squadra e i propri attaccanti. A Salerno la difesa non ė sembrata ballerina, sempre molto attenta e l’unica occasione importante, quella di Bocalon neutralizzata da Bizzarri, è giunta sull’unica indecisione di un ottimo Boldor.
“Testa bassa e pedalare” diceva qualcuno. Bisognerà ripartire da quanto di buono si è visto all’Arechi senza farsi prendere dall’angoscia e dall’ansia. In fondo, delle partite perse quest’anno, forse quella di oggi è l’unica veramente immeritata.