di Rosario De Rosa
Mi è venuto da piangere quando ho iniziato a vedere la partita: prima o poi dovevamo ricominciare, la scorsa volta iniziammo contro il Termoli, questa volta a Brindisi.
Brindisi-Foggia, indipendentemente dal risultato, ci ha fatto sbattere contro il muro della triste realtà della Serie D.
La differenza tra le due categorie si sente, e voglia che si sente!
La maggior parte dei paesi delle squadre contro cui andremo a giocare sono più piccoli del nostro stadio, prepariamoci ai tanti derby a cui sarà negato l’accesso ai nostri tifosi.
Appena è arrivato don Sergio ha dato due secondi di occhiata alla partita e ha esclamato: “Mah che brutto campo!” e, pensando al tavolo da biliardo del nostro e degli altri, mi è venuto un grippo in gola.
L’anno scorso ne abbiamo viste di partitacce, certe sconfitte gridano ancora vendetta, ma era pur sempre Serie B; c’erano i cartelloni pubblicitari, i cognomi alle maglie, il tabellone pubblicitario, c’erano stadi degni di tal nome in tutta la categoria, c’erano Diletta Leotta e Flora Baldi…
A Brindisi di calcio si è visto poco, ho visto soprattutto calci calci calci, i 200 tifosi del Foggia in quella specie di stadio con quella specie di campo, con tutto il rispetto e tutta la buona volontà, sono stati una spanna sopra agli indigeni.
Ringraziamo Mitico Channel per la generosità con cui si sono mostrati disponibili per la diretta streaming ed Antenna Sud per averci offerto la diretta (‘leggermente’ a favore del Brindisi), ma il telecronista con il giubbotto di salvataggio tirato fuori dal cruscotto della 126 non si poteva proprio vedere!
Tre mesi fa stavamo in Serie B…
E vabbè… Benvenuti in Serie D!
Anzi, bentornati in Serie D!