E di colpo ci ritrovammo tutti isolati, tutti potenziali infetti o tutti potenziali vittime. La vita cambia di colpo, chi lo avrebbe mai pensato? Chi avrebbe potuto prevedere una pandemia? Chi avrebbe mai pensato che si potesse giungere al tracollo degli ospedali e ad una seria difficoltà di portare ai pazienti le cure necessarie? Eppure ci siamo arrivati.
Stiamo osservando questo ritiro forzato, questa sospensione di attività che di fatto blocca la nazione, l’Europa, il mondo.
E noi, così all’improvviso, ci ritroviamo solo a poter guardare il mondo dalle finestre, a riposare, a guardare film in tv o a leggere un buon libro. Ci siamo riappropriati della famiglia, quella stessa che spesso veniva trascurata per i mille impegni che ci attanagliavano.
Ora abbiamo un unico impegno, quello di provare a salvare noi stessi e la nostra comunità perchè questo virus, al momento, è più forte di noi, è subdolo, è malvagio, è vigliacco. Noi non dobbiamo incontrarlo, possiamo e dobbiamo farcela.
Oggi stiamo capendo quanti abbracci non abbiamo dato, quante carezze abbiamo rimandato, quanti rapporti abbiamo trascurato per colpevole superficialità. Oggi ce ne accorgiamo, oggi che ci vietano di farlo. Magari traiamo qualche nobile insegnamento da questo periodo di isolamento forzato.
Aspettiamo fiduciosi, facciamo il nostro, e saremo pronti a recuperare tutto il tempo perduto, quel tempo che non abbiamo dedicato agli altri.
Ne usciremo bene, usciremo migliori di prima, avremo tutti imparato una bella lezione di vita.
