di Mimmo Attini
Ci sono partite che non rappresentano solo l’ennesimo turno di campionato e ci sono vittorie che non valgono soltanto 3 punti. Sono partite che hanno un gusto diverso, sono quelle che racconti ai figli, agli amici che non sono potuti venire e che ti portano a dire “io c’ero”.
Certo le premesse erano tutt’altro che da romanzo giallo. Il Foggia affrontava un Cesena rimaneggiato e tutto faceva presagire ad un match tranquillo in cui il Foggia avrebbe portato a casa la vittoria col minimo sforzo. E c’era poi da festeggiare la duecentesima di capitan Agnelli in maglia rossonera. Praticamente una serata rossonera con il Cesena a fare da sparring partner.
Ma così non è stato.
I romagnoli di mister Castori hanno puntato esclusivamente ad alzare una barricata difensiva concedendosi di tanto in tanto delle ripartenze in contropiede.
Se poi da una di queste, alla fine del primo tempo, ne scaturisce anche il gol del vantaggio ad opera di Laribi allora ti rendi conto che la sceneggiatura immaginata è drasticamente cambiata.
La ripresa dei satanelli è veemente e mentre il pubblico mugugna per la prova incolore di Fedato, Agnelli piazza il pareggio con un colpo di testa.
Lo stadio ci crede, i ragazzi ci credono e continuano a spingere sempre di più nella speranza di abbattere la muraglia bianca dei romagnoli. Ma non è semplice anche perché i satanelli hanno dato veramente tanto e cominciano ad accusare la stanchezza.
La sostituzione di Fedato viene presa come una liberazione per molti che fischiano il giocatore dimenticando forse che indossa i colori rossoneri. Certo anche il gesto di stizza del calciatore non aiuta a placare gli animi.
Sugli spalti cresce il senso di impotenza, di rassegnazione; si ha quasi la sensazione che la tattica difensivista di Castori abbia il sopravvento sul gioco propositivo di Stroppa.
SI va verso la fine e i minuti di recupero sono 5. Qualcuno ha già abbandonato lo stadio; altri si sono messi seduti tenendosi il volto tra le mani; altri ancora cercano di sbirciare sui propri cellulari la classifica del Foggia alla luce del possibile pareggio.
Mancano pochi secondi, il capitano colpisce di testa un pallone che viene spizzato da Tonucci in direzione di Mazzeo che riesce a superare il portiere romagnolo e la mette dentro.
È l’apoteosi; un boato pervade lo Zaccheria. Si esulta, si canta, ci si abbraccia e si piange come in uno sfogo liberatorio.
Il Foggia vince 2 a 1.
Doveva essere una partita tranquilla ed invece è stata soffertissima, ma vincere così è veramente una goduria.
Ora possiamo festeggiare il nostro Capitano. Buona duecentesima Cristian Agnelli.