di Alessio Mangano
L’autorete di Rubin, la perla di Floriano, lo sbaglio di Gilardino, il gol dell’Entella, le lacrime a Frosinone, i “Forza Foggia” nello spogliatoio del Parma: l’ultima giornata della regular season è la cornice di un campionato entusiasmante sino all’ultimo, con forti emozioni ma soprattutto il 18 maggio si è avuta la sensazione di aver vissuto una competizione assolutamente vera e onesta, senza sconti e senza previsioni scontate.
Il Foggia, a due punti dai playoff, conclude il suo campionato con la consapevolezza di esserci stato caparbiamente, a viso aperto contro tutti, tra gli applausi di tutti gli avversari, di tutti gli addetti ai lavori, anche di coloro che avevano criticato la squadra troppo velocemente e sommariamente.
Qualche rimpianto? Certamente sì, a caldo sicuramente. Il Foggia ha fatto il suo campionato avendo avuto innanzitutto la necessità di assestarsi in serie B, di poter cominciare a pensare ad una giusta programmazione, affinchè un ulteriore salto possa essere un salto razionale e non un vezzo che potrebbe essere vanificato nel giro di una stagione.
Per i rossoneri è stata una stagione emozionante, in un campionato emozionante sino all’ultimo secondo. Le bandiere rossonere continueranno a sventolare ancora, a portare entusiasmo e colore dappertutto come non è stato nell’ultimo atto per una decisione discutibile, magari che avrà avito le sue ragioni, ma che ha tolto qualcosa a tutti, lasciando “combattere” 11 ragazzi da soli contro 15mila ma che forse, grazie a questa decisione, hanno avuto la forza di sovvertire un risultato che qualcuno pensava fosse già scritto.
Protagonisti sino alla fine, professionisti sino alla fine, veri sino alla fine.