Vent’anni, eppure sembra l’altro ieri. Ogni 11 novembre, ricordando quei giorni, quegli attimi concitati, si riprova lo stesso sgomento, la stessa incredulità. Forse perchè questa tragedia appartiene ai foggiani, perchè ciascuno di noi ha un ricordo, un amico o anche solo e semplicemente un conoscente in quel palazzo diventato improvvisamente e maledettamente noto.
Quel giorno ci sentimmo tutti feriti, percepimmo il dolore come se lì dentro ci fossimo trovati noi o un nostro parente stretto, quel giorno ci sentimmo più foggiani del solito perchè forse è nella disgrazia che ci si sente più comunità, che si sveglia in ciascuno l’orgoglio dell’appartenenza.
Tutti abbiamo negli occhi quella triste e mesta processione di bare allineate e appoggiate su autocarri che attraversò la città in un silenzio inverosimile, che voleva l’abbraccio della gente comune, quella gente che restò immobile e silente con gli occhi gonfi di lacrime.
Spesso le tragedie chiedono un nome, vogliono un responsabile, quella volta i foggiani vollero solo vivere il proprio dolore, quell’11 novembre diventò una data che, anno dopo anno, non rimase solo il ricordo di un evento ma continuò ad essere vissuta intensamente oggi come allora, con lo stesso trasporto e la stessa partecipazione.
Vent’anni, eppure sembra l’altro ieri quando, timidamente in un inferno indescrivibile, cercammo tutti di avvicinarci in quel luogo, non con la curiosità bramosa di chi vuole solo guardare, ma con la eventuale disponibilità ad aiutare, a scavare anche con le mani nude per provare a salvare chi non fece in tempo nemmeno a capire cosa stesse succedendo. Purtroppo i giorni successivi non diedero soddisfazione, non regalarono nemmeno la gioia di un salvataggio in extremis, non riportarono in vita nessuno di loro. Il destino beffardo si accanì contro questa povera gente. Quel palazzo aveva resistito per anni ma decise di venir giù proprio di notte, quando tutti erano in casa, a letto, nel calore della famiglia. Anche nella disgrazia ci vuole fortuna. Il vecchio millennio se ne andò così, lasciandoci questa tragedia, consegnandoci un’altra data che purtroppo non abbiamo più bisogno di scrivere sul calendario, ormai è incisa nel cuore di ciascuno di noi.
Son passati vent’anni, eppure sembra l’altro ieri.