Girovagando sui files della radio, durante l’ultima trasmissione, ho notato nascosti nell’angoletto tutte le sigle dei programmi sportivi del passato: Domenica Sprint, Dribbling, Eurogol, Sport Sera, Mercoledì Sport…
In particolare ho trasmesso, durante gli interventi di Alberto (si arrabbia sempre quando parla e sente la musica di sottofondo, per questo gliele metto ogni volta…) il brano “Stadium”, di Oscar Prudente, sconosciuto ai più detto così, ma che, con un rapido giro su YouTube, ci ricorda Domenica Sprint.
Nel serbatoio dei ricordi ho le sigle della Domenica Sportiva, la sigla finale di 90° minuto che nessuno mai ascoltava e che conteneva tutti i goals della giornata (allora si giocava tutti di domenica), i volti di Gianfranco De Laurentiis e Giorgio Martino, che dovrebbero essere canonizzati subito perché fino a tarda sera commentavano le partite delle Coppe: sfide epiche, squadre non più esistenti, nomi di formazioni improbabili, calciatori i più ormai defunti o che adesso ridono dentro al bar, soldati di battaglie combattute con le maniche delle maglie arrotolate fin sopra ai gomiti e quei pantaloncini orrendi acetati che dopo cinque minuti si autostringevano fino a diventare un tutt’uno con il bacino.
Erano altri tempi, quelli del Nottingham Forest, del Ferencvaros, dell’Eintracht Francoforte, della Coppa delle Coppe; dei buoni e dei cattivi, dei trentaduesimi e delle partite andata-ritorno, di un calcio che non tornerà più.
Eppure noi stavamo lì, ad aspettare fino all’ultimo gol, a sognare di segnare anche noi i tiri da trenta metri all’incrocio dei pali dei difensori inglesi o le sgroppate dei tedeschi sulla fascia.
Fino all’ultimo, fino alla notte, fino alla sigla.
Vai con la sigla, dorrosà!