L’entusiasmo si avverte in giro. Nei bar e sui social si parla del Foggia, di Nember, di Stroppa, di Kragl, di Mazzeo. Nel giro di un mese o poco più si è passati dalla preoccupazione al sogno, dalla paura alle certezze.
C’è un popolo che però non è legato dai risultati, è entusiasta a prescindere dalle classifiche, è sorretto soprattutto da una fede e da una appartenenza.
È questo il popolo che affolla gli stadi in trasferta, che fa sentire la sua voce tramite la TV in tutte le case foggiane, che macina chilometri, che affronta sacrifici, che non guarda le previsioni meteo, che odia la comodità del divano.
È questo il popolo che ha fatto parlare tutta Italia da Cesena ad Ascoli, da La Spezia a Chiavari (nonostante i divieti).
Questo è il popolo che ha letteralmente preso d’assalto i botteghini on line per aggiudicarsi già i biglietti di Novara che non è la prossima partita ma la prossima trasferta che si disputerà in una serata di un qualunque giorno lavorativo infrasettimanalmente.
Questa testata giornalistica, come già fatto quando ha parlato di Nonno Ciccio la settimana scorsa, non smetterà mai di evidenziare quante cose positive sono legate a questa tifoseria, sicuramente molto di più di quelle che vengono messe in risalto e che cercano di oscurare le altre.
Andare in massa in uno stadio ed uscire, indipendentemente dal risultato finale, con il plauso dei cittadini delle città ospitanti dovrebbe essere sottolineato alla stessa maniera con la quale atti teppistici riescono ad inchiodare e a penalizzare una popolazione intera.
La squadra sta andando bene, può dar soddisfazioni ai propri tifosi ma, al momento, quello che avviene settimana dopo settimana ad opera di tutti i foggiani sparsi in Italia è assolutamente commovente.