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Un derby tra speranze e certezze

di Mimmo Attini

E’ inutile negarlo. Il Foggia esce dal San Nicola con due certezze: non solo non meritava la sconfitta col Bari ma ha trovato tra i pali un giovane portiere che ha mostrato la tranquillità e la sicurezza di un veterano Stefano Tarolli, classe ‘97, al suo esordio assoluto nella serie cadetta.

Ovviamente le premesse erano quelle di sempre … La partita col Bari non potrà mai essere solo e soltanto una partita di calcio.

Troppe le speranze per un derby che mancava da vent’anni e che si giocava in terra barese con la squadra foggiana ridotta al lumicino da squalifiche e infortuni.

Così come troppe erano le aspettative . Si prospettava un esodo di massa al San Nicola con circa diecimila supporters foggiani al seguito e vedere il numero ridotto a 1300 ha avuto il gusto amaro del solito contentino del capoluogo barese nei confronti della gente di Capitanata.

Peccato, sarebbe stata una festa per lo sport made in Puglia e avremmo assistito da parte di entrambe le tifoserie a coreografie e cori che ormai sono visibili solo in alcune partite di cartello della massima serie. E se i 30mila del San Nicola hanno sicuramente vinto il derby di andata per la coreografia realizzata sugli spalti altrettanto non si può dire per i cori e il tifo.

Quei 1300 tifosi foggiani assiepati in uno spicchio della curva sud del San Nicola si sono sentiti eccome!

Fieri e impettiti hanno urlato per tutti i 90 minuti, senza soluzione di continuità, incitando i loro beniamini per nulla intimoriti al cospetto di un Bari capolista e dai nomi altisonanti, vero lusso per la serie cadetta.

In alcuni frangenti è sembrato quasi che a giocare in casa fosse il Foggia per il frastuono assordante di una tifoseria da brividi.

Peccato solo per i disordini che si sono verificati subito dopo il gol di Galano quando qualche sconsiderato con la sciarpa rossonera ha reagito al tentativo di contatto degli ultrà avversari facendo esplodere alcune bombe carta. Purtroppo una di queste è scoppiata vicino ad uno steward, intervenuto per evitare che le due tifoserie venissero a contatto. Fortunatamente il ragazzo non ha riportato nulla di grave .

A fine partita l’arrabbiatura era enorme: c’era chi sedeva sugli scalini dello stadio con gli occhi lucidi; chi fissava nel vuoto come se fosse rimasto con la mente ad un attimo prima del gol; chi imprecava contro un destino infausto che ha voluto che quel maledetto gol del Bari fosse segnato da un ragazzone nato, cresciuto a Foggia e satanello nel sangue.

In settimana i tifosi avevano chiesto una prova da gladiatori e i giocatori del Foggia hanno mantenuto fede.

La strada è ancora lunga e nulla è compromesso .