di Mimmo Attini
Dopo una vittoria così schiacciante i commenti sull’operato di Stroppa e dei suoi ragazzi sarebbero dovuti essere unanimi. Il Foggia visto a Cremona è sembrato una corazzata ma le voci contrarie non si sono azzittite, i “mai cuntent”, anche questa volta hanno avuto da ridire sulla gestione dei calciatori, ad esempio sul fatto che Mazzeo doveva uscire al primo tempo per farlo riposare, del perché Ramè lo ha rischiato solo a questo punto del campionato, della titolarità a singhiozzo di Zambelli, dell’insistenza su Guarna che spaventa ad ogni uscita.
Ma fermo restando il sacrosanto diritto di ognuno di avere pareri discordanti, questa volta non è la squadra la protagonista del pezzo.
Oggi voglio parlare di tutti quelli uomini, donne e ragazzini, che si sono fatti ammirare in ogni stadio d’Italia. Voglio raccontare di gruppi di tifosi organizzati che si svegliano alle 3 di notte e con ogni mezzo macinano chilometri su chilometri per sostenere con bandiere e striscioni i propri beniamini. Voglio raccontare di semplici tifosi che si organizzano con le proprie auto per raggiungere la località di turno e che a metà viaggio mostrano con orgoglio la sciarpa rossonera fermi in autogrill per prendere un caffè rigenerante.
Voglio raccontare di coloro che vivono al Nord ma che hanno sempre Foggia ed il Foggia nel cuore e che non hanno mai fatto venir meno la loro presenza in ogni stadio dove Stroppa e i suoi ragazzi hanno messo piede.
A Novara, Vercelli, Ascoli, Perugia, Parma, La Spezia, Cremona, ovunque si è manifestata la festante marea umana colorata di rossonero. Sono stati lì, sempre presenti a cantare con i ragazzi della Sud e della Nord, urlando i loro cori. Li ho visti fuori dallo stadio condividere le specialità foggiane cucinate per l’occasione con tanti altri arrivati da giù e spesso con sbalorditi tifosi avversari.
Le immagini televisive parlano chiaro quando mettono a confronto la curva dei tifosi di casa con quella dei foggiani, non si capisce quale squadra stia giocando in casa. Nulla è più esplicito della colonna sonora da trasferta; “siete voi, siete voi, a giocare fuori casa siete voi”.
Su quegli spalti si ritrovano amici che non si incontravano da anni; persone che con occhi lucidi e voce rauca ti chiedono, in un dialetto mai dimenticato, “oh che si dice a Foggia?”.
Ho visto ragazzini al seguito dei propri genitori parlare con accento emiliano, toscano, lombardo, friulano ma fieri di condividere un senso di appartenenza verso un territorio che i loro padri hanno dovuto lasciare per trovare lavoro altrove.
Oggi ho voluto raccontare di voi.
Grazie ragazzi, il trionfo a Cremona è tutto vostro.