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Storia di un pomeriggio di mezza estate

Storia di un caldo martedi di luglio. Stadio Zaccheria ore 16,30. La gente, nonostante il sole che picchia, è in attesa dell’apertura dei cancelli dell’antistadio per potersi mettere in fila e far valere la prelazione per la sottoscrizione dell’abbonamento. Quest’anno bisogna firmare anche il modulo della privacy. La gente è rispettosa, segue le regole per non perdere l’opportunità di esserci ancora e sostenere la propria squadra.
Qualcuno si avvicina timidamente e mi chiede della penalizzazione, vuole la mia opinione a riguardo ed io cerco di trasmettere il mio ottimismo, come sempre. Da lontano vedo il commissario Giannetti che esce in compagnia di Pippo Severo, mi invitano per un caffè. Accetto. Si parla del più e del meno. Nel frattempo la fila ai botteghini si allunga. Alla spicciolata si intravedono i calciatori che arrivano. C’è Rubin, Gerbo, Mazzeo. Arriva Nember con la sua auto, si avvicina ad un ragazzo che cammina nell’antistadio. Lo riconosco, è Zambelli. Si salutano, si stringono la mano ed entrano nello stadio. Stanno per accordarsi, Zambelli continua la sua avventura a Foggia.
Anche lo stadio sta tornando quasi alla normalità. Gente che esce, altra che entra. Fuori la gente, con un ordine maniacale, sotto un sole che inviterebbe a trascorrere la giornata a Mattinata, continua ad aspettare il proprio turno. Si dice che siano già più di duemila le sottoscrizioni, un buon numero se si considera la attuale penalizzazione.
Questa è Foggia, questa la sua gente. Al di là della categoria è là, sotto il sole. Per il pallone si può fare il sacrificio. I soldi devono uscire. Questo che sta per cominciare è un altro giro e nessuno vuol restare a terra.