Le notizie che giungono circa la esclusione di alcune squadre ai vari campionati, dimostrano che comunque qualcosa non va. Il calcio sta morendo, forse le regole vanno riscritte perchè non si può pensare che, per esempio, in una città come Bari, in una città dove vivono imprenditori di un certo livello, la squadra di calcio debba morire.
Il Bari non è solo, anche Cesena e Avellino, due piazze calcistiche storiche, hanno problemi e al momento sono escluse dalla serie B.
Non entriamo nel merito dei problemi di ciacuna di queste squadre, per qualcuna ci potrebbero essere problemi seri di sopravvivenza, per qualcun altra solo ritardi o errori amministrativi ma resta il fatto che o il Palazzo del calcio è diventato estremamente rigido oppure siamo di fronte a gestioni aziendali troppo allegre e superficiali. C’è una terza possibilità ed è quella di consentire a determinate società, con i conti non perfettamente in regola, di partecipare ai campionati, di operare sul mercato, di fare i contratti, facendo crescere quel cancro che prima o poi porta alla morte.
Chi ama il calcio vuole vincere sul campo, non attraverso le morti altrui. I ripescaggi sono sempre una brutta ferita in questo mondo. Bari, Cesena e Avellino hanno una storia, una tifoseria importante. La speranza è di vederle ancora in campo, di vivere le rivalità sul campo perchè il calcio non diventi un po’ alla volta il giocattolo di un presidente ricco in uno stadio vuoto ma resti quello sport mosso dalla passione della gente.