Oggi sono esattamente 30 anni da quel 4 giugno, da quell’evento che avrebbe dato la possibilità di far conoscere, da quel momento in poi, il Foggia dei miracoli. Il 4 giugno del 1989 fu l’epilogo di un calvario che era cominciato da quel maledetto gol di Scanziani a San Siro nel 1978 e che era proseguito con la successiva retrocessione in C con Cinesinho, in quella terza serie che la mia generazione non aveva mai conosciuto. Seguirono anni di B, pochi veramente, e altri di una C difficile da ricordare, ad eccezione del Foggia pseudo-stellare di Bronzetti, del primo Foggia sbarazzino di Zeman e della grande opportunità non sfruttata di affidare la squadra al grande Marchioro. In quegli anni non mancò nemmeno l’orgoglio di aver giocato con il Real o con il Porto ma sempre senza riuscire a fare il salto nel calcio che conta, sempre nell’anonimato di quella che allora si chiamava C1.
Anche Casillo perde le speranze e affida la panchina a Pino Caramanno per un anno di transizione, senza particolari proclami. Il pragmatico tecnico siciliano, quello che accettava le contestazioni alla sua squadra solo dopo il triplice fischio, pian piano si avvicina alla zona alta della classifica ma sul più bello, in una partita che sembrava alla portata dei rossoneri, allo Zaccheria contro il Giarre, lascia i tre punti e compromette malamente la sua corsa verso la serie B. Quel giorno allo stadio forse c’erano 25, forse 30mila spettatori, numeri di altre categorie.
La squadra di Ferrante, Genovese, Codispoti, Barone, Costa, Orati, Lunerti deve giocarsi tutto nell’ultima gara contro il Palermo che mira anch’esso al salto in serie B. Il Foggia può contare su 2 risultati su 3 ma l’impresa è ardua. Bisogna portare a casa almeno un punto. Si gioca a Trapani, a Palermo stanno costruendo lo stadio per Italia 90. 200 tifosi, 200 eroi partono per la Sicilia. La partita è subito in salita, Coppola viene espulso e non è facile mantenere il vantaggio giunto su punizione ad opera del palermitano Nuccio Barone. Il pareggio giunge grazie ad Auteri, sì proprio colui che poi avrebbe incontrato il Foggia in futuro da allenatore.
A Foggia circa 10.000 foggiani sono in uno stadio per ascoltare una radiocronaca, sono ancora lontani i tempi delle pay-tv. C’è voglia di vivere tutti insieme quel momento, c’è voglia di stare uniti, di soffrire come quando arriva voce di un miracolo di Genovese nel finale. Baldassare, il telecronista, dà finalmente l’annuncio della conquistata serie B. Foggia esplode. La sera i calciatori giungono al centrocampo dello Zaccheria con gli elicotteri. Manca Caramanno, è rimasto nella sua Palermo. Qualcuno racconta di dissidi con Casillo. La verità è che nella mente del patron c’è il boemo, c’è la voglia di scrivere la storia.
Era il 4 giugno del 1989, esattamente 30 anni fa…..