Il campionato non dà tregua.
A Foggia si parla di ingressi in società, si ascoltano le voci di radiomercato, si fanno ipotesi sulle partenze, sugli arrivi, si fanno supposizioni sui mancati rinnovi contrattuali, ci si interroga se le responsabilità sono di chi ha fatto il mercato in estate o se le responsabilità sono da attribuire alla guida tecnica. Insomma materiale per discutere nei bar o sui social ce n’è abbastanza e per tutti i gusti.
Il calcio, meno male, vive soprattutto sul manto erboso e il Venezia non aspetta.
Tra poche ore bisognerà affrontare questo avversario non facile nel migliore dei modi.
A dire il vero, il migliore dei modi non è certo quello della scelta per Stroppa, l’infermeria è ancora affollata, sicuramente tornerà disponibile Deli ma chissà se nell’undici titolare, Figliomeni potrà tornare in panchina ma questa volta non ci sono alibi. Il baratro è vicino. Stasera veramente i calciatori e il tecnico dovranno moltiplicare gli sforzi per sopperire alle mancanze.
Il calendario è spietato, nelle ultime tre gare sembra praticamente impossibile racimolare quei sette punti che mancano per rispettare il ruolino di marcia che dovrebbe portare i rossoneri ai fatidici 50 punti finali, traguardo che garantirebbe la promozione diretta.
Ormai il tempo per stare a piangere sul latte versato è terminato. I punti persi per sfortuna, per demerito, per ingenuità, per bravura degli avversari sono ormai consegnati alla storia di questo campionato. Bisogna guardare avanti con fiducia ma la fiducia va anche alimentata per cui già venerdì bisogna dimostrare di essere vivi e di essere competitivi.
Quel Foggia che ha vinto la Supercoppa, quel Foggia che si era laureato come squadra più forte della Lega Pro non esiste più visto che nei due confronti con le altre matricole di questa serie B, Parma e Cremonese, i rossoneri hanno preso due sberle e tra l’altro allo Zaccheria.
Cerchiamo di sfatare il proverbio “..non c’è due senza tre“