Si sono spesi fiumi di inchiostro in questi giorni. Tutti hanno detto la propria, tutti hanno evidenziato il clamore per una scelta drastica, una scelta che non è comune, non è frequente.
Sia Stroppa che Novellino, due navigati nel mondo del calcio, hanno dichiarato di non ricordarsi di aver vissuto giornate di calcio in uno stadio vuoto.
Potremmo tornare a dire che in altri stadi, in altre città è successo di peggio dentro e fuori allo stadio ma andremmo a scrivere di cose già dette e ridette.
Prendiamo per buono il fatto che comunque a Foggia è stato perpetrato un reato e che oggi si deve scontare una pena.
La cosa che invece mi ha fatto riflettere è stata la incapacità di far deviare un corso del fiume. Una persona prende una decisione , indipendentemente dalla bontà del provvedimento, e nessuno delle istituzioni, nessuno tra coloro che ci rappresentano, che dovrebbero fare gli interessi della città, del territorio riesce a far riflettere, ad insistere per lo meno a provare a dare una speranza per una decisione che ricordiamolo per l’ennesima volta spara nel mucchio, colpisce tutti indistintamente.
Questa è una sconfitta per tutti.
Questa è una sconfitta non del Foggia ma di Foggia.
Questa è una sconfitta non dei tifosi ma di tutti i cittadini.
Questa è una sconfitta di chi ci chiede il consenso per rappresentarci e poi non corre a Roma per difendere l’onorabilità di una città vandalizzata e calpestata da pochi ma che paga nella sua totalità.
Il Foggia sparirà? Chiuderanno i battenti dello Zaccheria per sempre? Qualcuno sarà pure contento ma sappiate tutti che in questa città può succedere che pochi facinorosi possano far deviare il corso di un fiume mentre tutti gli altri possano solo guardare e constatare che tutto ciò avvenga.
Ed io in questa città oggi mi sento sconfitto