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Scherza con i fanti, ma…

di Rosario De Rosa

La festa di Tutti i Santi mi dà l’occasione anzitutto di rivolgere gli auguri a tutti voi, miei quattro lettori, sparsi in ogni dove, e poi anche per parlare dell’importanza che queste persone hanno nella nostra vita quotidiana; ci sono i santi locali con assegnazione dei nomi ai bambini indigeni (Sterpeta, Catena, Incoronata, Valleverdina…), i santi famosi (Padre Pio, San Francesco, Sant’Antonio…), quelli un po’ profani (Sanremo, Santa Rosa, Saint-Honorè, San Vittore…) e poi ci sono quelli titolari di stadi.
L’Italia, si sa, è terra di marinai, calciatori e santi e molto spesso il connubio tra queste due categorie è più grande di quello che si pensi, fino a sforare fede e superstizione. La devozione prima di tutto e allora tantissimi stadi sono stati dedicato a vari santi. Se il Sant’Elia di Cagliari o il vecchio San Filippo di Messina (ora dedicato al compianto Franco Scoglio) si chiamano così perché sorgono negli omonimi quartieri, e se il Giuseppe Meazza di Milano è noto come San Siro per lo stesso motivo e perché non ci gioca solo l’Inter, i santi Paolo e Nicola possono star certi che napoletani e baresi proprio a loro han voluto dedicare i rispettivi stadi. I primi hanno scelto il santo di Tarso perché secondo tradizione San Paolo approdò dalla Terrasanta proprio a Fuorigrotta, il quartiere dove lo stadio di Napoli è stato costruito negli anni cinquanta, e perché la coppia San Paolo-San Gennaro dava maggiori garanzie lassù ai piani alti (anche se senza San Diego, secondo me, non sarebbero andati da nessuna parte). Invece San Nicola, grazie ai baresi, anzi ai pugliesi tutti, ha sbaragliato la concorrenza in una specie di sondaggio popolare organizzato dalla Gazzetta del Mezzogiorno per decidere tra una rosa di cinque nomi quello da assegnare all’Astronave costruita da Renzo Piano in vista di Italia 90!
Chissà, scappa una preghiera al proprio santo al 90esimo per agguantare il pareggio o per il tiro finale dei tre punti o la benedizione per la promozione in Serie A, fatto sta che a San Francesco è dedicato il campo di Nocera Inferiore (dove si sono disputate anche le partite della scorsa Universiade), a Benevento il Ciro Vigorito era all’inizio dedicato a Santa Colomba, ad Alba c’è il San Cassiano, il San Vito di Cosenza ora è dedicato a Gigi Marulla…
Insomma, c’è una parte di Paradiso legata al pallone, un immenso campo verde dove gli angioletti giocano felici e dove non ci sono retrocessioni, ma solo promozioni!
Auguri a tutti per questo giorno!

Rosario De Rosa