di Mimmo Attini
È una torrida estate questa del duemilaventi post covid. Per trovare un po’ di refrigerio si deve fare continuamente la spola tra ombrellone e mare.
Cosi dopo l’ennesimo tuffo per rinfrescarsi, ti sdrai sotto l’ombrellone sperando che il venticello faccia il suo. Decidi di prendere il tuo smartphone e leggere eventuali notizie dell’ultim’ora sulla tua squadra del cuore, il Foggia Calcio.
Leggi le solite questioni sulle querelle societarie, della Pintus che manda mail per acquisire completamente la squadra a cui risponderà a breve Felleca con altra PEC per controproposta di acquisto. Leggi di altri imprenditori abruzzesi che restano alla finestra pronti a subentrare perché consapevoli che gli attuali soci non hanno soldi. Per non parlare dei soliti finanzieri e delle loro holding.
Leggi di iscrizione in serie D con eventuale ripescaggio in C. Cerchi di capirai cosa si saprà del Bitonto e del suo presunto illecito.
Non è esattamente quello che avresti voluto leggere, perché quello di cui volevi parlare era del calciomercato, dei nomi di calciatori che ti fanno sognare e che ti fanno correre a fare l’abbonamento nonostante i 40° all’ombra.
Ma tant’è!!
Così, deluso e stanco delle solite beghe societarie, decidi di pensare ad altro.
Ma ti accorgi che, esattamente dietro al tuo ombrellone, ci sono 2 coppie, sicuramente del nord.
Il loro accento tradisce una certa provenienza romagnola. I due uomini hanno in mano la Gazzetta dello Sport e cercano notizie sul loro Cesena e del loro campionato di lega pro.
Per un attimo ascolti i loro discorsi ma ben presto decidi di goderti la vacanza.
Ad un certo punto, senti uno di loro pronunciare la parola Foggia. Pensi di aver capito male ma ciò nonostante ci metti un minimo di attenzione. Ed invece stanno proprio parlando del Foggia, anzi della tifoseria.
“Ricordi due anni fa quando giocammo in casa contro il Foggia…? Mai visto una curva di tifosi ospiti così piena e rumorosa. Noi eravamo in casa ma ci hanno surclassato, non hanno mai smesso di tifare per tutti i 90 minuti. Mai visti tifosi così, pazzesco. Si sentivano solo loro; ed erano in serie B, figuriamoci in serie A questi che combinano. Poi non hanno riempito solo la curva, erano ovunque, in ogni settore. Una tifoseria veramente passionale e calda“.
Non mi sembrava vero che stessero parlando del nostro tifo e per non rompere questo momento per me magico, sono rimasto immobile pensando che un minimo rumore o movimento, li avrebbe distratti e portati a parlare d’altro. Ero lì ad ascoltare in religioso silenzio.
Hanno parlato tantissimo di quella partita e del nostro tifo.
Così distratto dai loro racconti mi accorsi che era ormai ora di pranzo. Mi alzai, presi il telo, sistemai lo zaino e indossai la mia maglietta coi satanelli.
Per un attimo ho incrociato il loro sguardo. Loro erano fermi e mi guardavano mentre io impettito e fiero gli passai davanti accennando un sorriso. Avevano capito che avevo sentito tutto ma rimasero bloccati quasi ad aspettare un mio cenno che puntualmente arrivò: “Salve, sarà proprio una torrida estate, za’fo“.