C’è da voltare pagina, in fretta e senza tentennamenti!
Tornare sulla gara del Partenio e capire se le colpe sono del tecnico, della squadra, di uno solo dei calciatori o di una parte di essi ormai non serve più a niente.
C’è da ripartire dalle parole di Vacca quando dice che contro il Palermo bisognerà giocare con una grinta diversa, con una voglia di cambiare il corso di questo campionato convincendo prima e vincendo poi.
Diciamocela tutta, a Foggia la promozione in serie B è probabilmente giunta per la squadra, per il tecnico, per l’ambiente tutto come un punto di arrivo e incosciamente si pensava che il resto venisse da sè, come per inerzia.
Gli schiaffi subìti, invece, hanno detto che la categoria è troppo importante per non pensare di mantenerla e che bisogna essere umili ma perfetti, aggressivi ma senza black out perchè gli avversari non ti perdonano niente, soprattutto sotto porta.
Il Foggia è una squadra che gioca con criterio, che sa costruire e se è vero che le categorie tra l’anno scorso e quest’anno sono oggettivamente diverse, al tempo stesso quest’anno non si è condannati a vincere sempre, proprio perchè gli obiettivi sono sicuramente diversi. Finiamola con il voler portare ad esempio sempre e solo il Benevento e la Spal perchè ogni tanto pensare anche al percorso del Pisa dovrebbe far tenere saldamente i piedi per terra.
Ripartiamo quindi dalle dichiarazioni di chi, da portavoce della squadra, non vede l’ora di scendere in campo contro la corazzata Palermo per dimostrare a tutti che a volte la grinta può colmare un gap tecnico anche nei confronti di chi è reduce comunque da un campionato nella massima serie.
Ovviamente, anche in questo caso, il rettangolo verde è sovrano e ci dirà se veramente il limite di questa squadra era solo quello di un approccio sbagliato alla gara.