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Con il Palermo cominciò Zemanlandia

Tifosi del Foggia a Trapani

Quando si parla di Palermo Foggia, la mente non può non andare a quella sfida drammatica che andò in scena il 4 giugno del 1989 in quel di Trapani. Non si poteva giocare nel capoluogo siciliano perchè lo stadio era in costruzione in vista di Italia 90.
Al Foggia, in quella che era l’ultima giornata, bastava un pareggio per restare al secondo posto dopo il Cagliari e staccare il biglietto per la serie B; il caso volle che gli avversari di quel giorno, staccati a due punti, fossero gli unici a contendere il salto di categoria alla squadra allora allenata da Pino Caramanno.
Si arrivava a questo scontro drammatico perchè il Foggia aveva qualche settimana prima perso in casa con il Giarre che non aveva più niente da chiedere al campionato. Per fortuna due domeniche dopo i rossoneri recuperarono portando a casa i due punti contro il Cagliari ormai matematicamente promosso.
A Trapani quindi bisognava almeno pareggiare.
La squadra di Caramanno arriva in Sicilia forte di 12 vittorie, ben 17 pareggi e solo 4 sconfitte, il tutto frutto di un gioco pragmatico e fruttuoso.
Il Foggia quel giorno va in campo con la seguente formazione: Genovese, De Rosa, Codispoti, List, Schio, Ferrante, Marsan, Marchetti, Coppola, Barone, Esposito. In panchina si accomodano : Mancini, Lunerti, Costa, Orati, Ricchetti.
Risponde mister Rumignani dall’altra parte con: Taglialatela, De Sensi, Di Carlo, Sassarini, Bucciarelli, Macrì, Manicone, Cappellaccio, Nuccio, Butti, Auteri.
Il Palermo vede all’orizzonte la possibilità di guadagnare lo spareggio-promozione proprio con il Foggia. Ci credono soprattutto quando al 18′ si trovano in superiorità numerica per l’espulsione di Coppola a seguito di una reazione su Di Carlo. A riportare i siciliani con i piedi per terra ci pensa un palermitano doc, Nuccio Barone, che al 32′, su una punizione che egli stesso si era conquistata, con un sinistro liftato, inganna Taglialatela portando in vantaggio i rossoneri.
Nel frattempo, allo stadio Zaccheria si soffre, forse in 10.000 per ascoltare tutti insieme la radiocronaca di Peppino Baldassarre attraverso le frequenze di Radio Centrale. Altri 300 tifosi, invece, sono lì a Trapani per far sentire il proprio calore ai propri beniamini contro una squadra che era partita, ad inizio campionato, con i favori del pronostico per la vittoria finale.
Nella ripresa il Palermo cerca in tutti i modi di raggiungere il pareggio ma le marcature ad uomo del Foggia sono praticamente perfette: Schio se la vede con Auteri mentre De Rosa blocca Nuccio; dietro di loro un insormontabile Ferrante.
I rosanero recrimineranno per due legni colpiti entrambi da Macrì prima di raggiungere il pareggio ad un quarto d’ora dal termine per merito di Auteri.
Cominceranno da quel momento i quindici minuti più lunghi della storia del Foggia con un Palermo che non si risparmia. Genovese dovrà sfoderare un intervento prodigioso per salvare il risultato che poteva cambiare anche a favore del Foggia che colpisce la traversa allo scadere su un tiro cross di Marsan.
Allo Zaccheria giunge quindi il messaggio di Baldassarre: “Nuntio vobis gaudium magnum….” Nessuno riuscì ad ascoltare il resto della frase. Ci fu un tripudio generale. Il Foggia contro il Palermo aveva conquistato la serie B.
La sera i calciatori furono accolti dal calore dei foggiani atterrando in campo in elicottero. Tutti a festeggiare, tutti tranne lui, Pino Caramanno. Lui rimase nella sua Sicilia. Aveva svolto egregiamente il suo compito. Avevo riportato il Foggia dove era stato sino a 6 anni prima.
Toccava ora ad un altro allenatore guidare il Foggia.
Quel giorno a Trapani fu spianata la strada che avrebbe portato a Zemanlandia.