di Mimmo Attini
Ormai è il nuovo mantra dei tifosi del Foggia. Non c’è piazza, virtuale o reale, in cui i tantissimi sostenitori rossoneri non si fanno questa domanda.
Sono mesi che si naviga a vista, si aspetta il “miracolo” per quello che avrebbe dovuto essere la normalità. Ed invece sentiamo parlare di possibili Holding, di grossi capitali, di ricapitalizzazioni, di soci litigiosi che restano anzi no, vanno via però non cedono.
Possibile che tifare Foggia sia diventato così drammaticamente penoso. Possibile che non si possa contare su una compagine societaria seria, che voglia fare e mantenre una squadra di calcio nella normalità di una programmazione sportiva?
In questi giorni ne stiamo sentendo di tutti i colori, volano milioni di euro, mega strutture sportive, rilancio del brand, riacquisizione del merchandising, valorizzazione del marchio in campo estero. Sembra che per far presa sulla gente bisogna necessariamente sparare paroloni in inglese.
Certo che per tifare Foggia bisogna avere una capacità di sopportazione e di sofferenza particolarmente forte. Qui c’è ancora gente che non dimentica che avremmo festeggiato il centenario in serie A ed invece vedremo andare all’asta anche il logo dei Satanelli.
Ormai si aspetta la novità, che siano imprenditori locali o forestieri, sempre sperando che lo sceicco di turno si innamori del caldo foggiano e decida di insediarsi in zona comprando anche il Foggia con il benestare del sindaco.
Siamo caduti in basso, ma non per la categoria che al tifoso interessa poco quando ami la tua squadra, ma siamo caduti in basso nello stile, nella gestione e nel modo di affrontare una ipotetica cessione. Troppe ruggini e panni sporchi gettati per strada. Ci sono delle volte in cui bisogna lavorare con un profilo basso, senza alterare i toni e rispettando una intera comunità. E poi ci vuole un progetto e i fondi reali per portarlo avanti.
Nel frattempo continueremo a salutarci per strada chiedendoci se ci sono novità, anche perché la gente qui ha ancora voglia di tifare e credere per la propria squadra.