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Non sarà facile!

Chiuso un capitolo se ne deve aprire un altro, per l’ennesima volta, sempre per fallimenti sportivi e non solo. In attesa di sapere se la prossima nuova società, con soggetti nuovi, riuscirà tramite il sindaco ad ottenere una serie D invece che una Eccellenza moritifcante per i colori rossoneri, proviamo ad analizzare l’immediato futuro.
A mente fredda, smaltita la rabbia per una scomparsa a dir poco incredibile, si pensa a quelli che potrebbero essere gli scenari possibili. Potrebbe arrivare il magnate, come successo a Bari con De Laurentis, e cominciare la scalata verso campionati più prestigiosi ma il tutto porrebbe una domanda obbligata: perchè tale imprenditore dovrebbe venire in Capitanata e a Foggia in particolare, luogo che nei tg nazionali capita sempre per notizie poco edificanti e altamente squalificanti?
L’alternativa può essere un gruppo di imprenditori, aiutati da una partecipazione popolare per cominciare un progetto che possa diventare ambizioso con il tempo. Sarebbe l’ideale per restare nei dilettanti, ma già in serie C ci vorrebbe un nuovo soggetto che, se non controllato, se lasciato libero di agire, potrebbe riservarci sorprese come quelle di qualche giorno fa.
Purtroppo, è triste dirlo, ma sarà difficile che in questa piazza si possa tornare a vedere le stagioni che furono, quelle di Antonio Fesce o quelle di Pasquale Casillo il quale, lasciando soldi nelle casse del Foggia, diede la possibilità di disputare altri campionati, nonostante arresti, fallimenti e banche che allora gestirono il Foggia calcio.
Subito dopo, 19 anni di C, due di B e di nuovo nel calcio che non conta.
Foggia è questa, possiamo imprecare anche in aramaico, ma sarà difficile riprendersi ancora in modo rapido ma non per colpa dei tifosi, i quali saranno sempre pronti a sostenere la squadra dappertutto e contro tutti, ma per una classe imprenditoriale che ha paura di impegnarsi in prima persona, che resta una classe imprenditoriale che vuole al massimo dare un contibuto una tantum ma che comunque non può sostenere una squadra oltre un buon campionato in una di queste serie minori.
Nella speranza di essere smentito quanto prima, per me questa ripartenza sembra essere la più dura e difficile da sempre.
Torniamo da dove ripartimmo pochi anni orsono con la consapevolezza che il Foggia non c’è più, che il blasone si è andato a farsi benedire con questi continui alti e bassi e che dei quasi 100 campionati disputati, più di 60 sono stati fatti tra la C e la D.
Scendiamo quindi, purtroppo e inevitabilmente, con i piedi per terra e nell’anonimato.