di Mimmo Attini
Perdere a Crotone sicuramente non rappresenta uno scandalo, considerando che i calabresi sono considerati tra i favoriti alla vittoria finale del campionato cadetto. Ma quello che i tifosi non hanno gradito è il modo in cui la sconfitta è arrivata. Un Foggia senza mordente, mai in palla e soprattutto senza quella cattiveria agonistica. I rossoneri sono sempre stati in balia dell’avversario.
Questi sono stati i commenti unanimi letti sui vari social subito dopo la gara.
Se durante la presentazione dei satanelli, dalle due curve si è alzato il coro “noi vogliamo gente che lotta”, quello visto allo Scida di Crotone è esattamente il contrario di quello desiderato dal popolo foggiano.
Un Foggia lento, impacciato, intimorito, senza grinta, che non vince un contrasto di forza a centrocampo; senza mai dare la sensazione di reagire. Un Foggia che paradossalmente sembrava ben rappresentato da mister Grassadonia che, immobile e in solitudine sugli spalti, veniva inquadrato impietosamente ogni volta che i suoi uomini subivano un gol.
Indubbiamente le assenze sono ancora tantissime, ma l’involuzione rispetto alla partita col Carpi preoccupa molto i tifosi foggiani.
Fortunatamente arriva la sosta. Molti uomini saranno recuperati e soprattutto si potrà compattare e amalgamare una rosa secondo il volere del proprio mister. Del resto, se lo stesso Nember, ad inizio campionato, ha detto che il vero Foggia si vedrà verso la metà di ottobre, allora è evidente che ci sta ancora molto da fare.
Il popolo rossonero ne è ben consapevole cosi come lo sono stati i duecento tifosi che hanno seguito la squadra in Calabria e che non hanno mai smesso di incoraggiare i propri beniamini.
Loro non si sono tirati indietro nonostante gli sfottò dei calabresi che sul 4 a 0 hanno incominciato ad intonare il coro di scherno “…ma che siete venuti a fà”.
Quei tifosi erano lì a sostenere la propria squadra al di là del risultato, per l’orgoglio di difendere quella maglia rossonera tatuata sulla loro pelle. A loro il risultato interessa relativamente, loro vogliono solo gente che lotta.