Il giorno dopo la rabbia non è ancora smaltita.
Guardando la classifica e ripensando a quello che doveva essere e non è stato, si amplifica il rammarico di non poter godere, anche per una sola volta, nella parte sinistra della classifica.
Il Foggia ancora una volta paga dazio in quello che un tempo era un fortino inespugnabile, perde punti in quello Zaccheria che faceva tremare le gambe a qualunque avversario. Ormai non si può più pensare ad una casualità, non si può più credere al fatto che le partite in casa e quelle in trasferta vengono giocate tutte allo stesso modo. E se è vero che qualche squadra viene a Foggia a difendersi oltre misura, è altrettanto vero che tante altre, studiando la tattica rossonera, riescono spesso a bloccare sul nascere ogni iniziativa riuscendo a capitalizzare gli errori della squadra di Stroppa.
Si è parlato di difesa ballerina, di centrocampo leggerino nella fase di contrasto, della difficoltà da parte del tecnico ad individuare gli esterni del tridente d’attacco ma contro la Ternana si è sbagliato l’approccio alla gara, entrando in campo solo per dovere di firma e giocando come se il risultato fosse già in tasca o se dovesse comunque arrivare per volontà divina. Veramente, dopo pochi minuti, sembrava dovessero riproporre la non-partita contro il Parma.
Non sarà mica un caso che dopo un ottimo risultato questa squadra si rilassa e lascia il campo e spesso anche i punti all’avversario di turno? È lecito pensare che caratterialmente questa squadra è molto fragile?
Si è sempre detto che la forza di questa squadra era la determinazione, a volte la grinta, sicuramente la caparbietà del gruppo, fattori che tutti insieme riuscivano a superare ostacoli che sembravano non alla sua portata.
Indipendentemente dai calciatori che scendono in campo, la forza del gruppo dovrebbe ricominciare a riportare quesi risultati in termini di gioco e spesso anche di risultati che sovente vediamo in altri stadi e non in quello che dovrebbe dare più soddisfazioni.
Bisogna adesso recuperare il morale, far per l’ennesima volta tesoro dei propri ingenui e banali errori per recuperare quella benedetta autostima senza la quale sarebbe anche superfluo scendere in campo contro quella corazzata chiamata Bari.