di Rosario De Rosa
Settimana fatale questa per gli allenatori: dalla Germania all’Italia, non si è risparmiato nessuno!
In Sassonia il grande Bayern Monaco esonera Niko Kovac; i campioni di Germania hanno annunciato l’esonero del tecnico croato, all’indomani della pesante sconfitta per 5-1 maturata ieri a Francoforte contro l’Eintracht in Bundesliga. La posizione di Kovac era già in bilico da diverso tempo: in questa stagione il Bayern è partito bene in Champions ma molto male in campionato, dove è attualmente quarto a -4 dal Gladbach capolista. E ha perso la Supercoppa contro il Borussia Dortmund. La scelta è stata presa dopo un colloquio fra il “chairman” Rummenigge, il d.s Salihamidzic, il presidente Hoeness e lo stesso Kovac.
Rummenigge, con una nota, ha ringraziato Kovac “per i trofei conquistati, in particolare per il ‘double’ della scorsa stagione”. Nell’annata 2018-19, infatti, il Bayern ha conquistato (oltre alla Supercoppa di Germania) la Bundesliga e la coppa nazionale. Ancora non si conosce il nome del successore del croato (che al Bayern vinse campionato e coppa anche da calciatore) sulla panchina dei bavaresi.
Dall’inizio di questo campionato, Corini è il quinto allenatore della Seria A ad essere esonerato: si tratta di un primato nella storia recente del campionato italiano. Era infatti dalla stagione 2011/12 che non venivano esonerato cinque allenatori già all’undicesima giornata di andata.
Nel dettaglio, oltre a Corini nella stagione in corso sono stati esonerati:
– Eusebio Di Francesco dalla Sampdoria (sostituito da Claudio Ranieri);
– Marco Giampaolo dal Milan (sostituito da Stefano Pioli);
– Aurelio Andreazzoli dal Genoa (sostituito da Thiago Motta);
– e Igor Tudor dall’Udinese (i friulani devono ancora rendere noto il sostituto, si fanno i nomi di Zenga, Ballardini, Colantuono e Marino, mentre il vice Luca Gotti ha guidato la squadra contro il Genoa).
Per trovare un’altra stagione con cinque tecnici esonerati dopo undici giornate bisogna tornare al campionato 2011/12. Dopo l’11° turno, infatti, erano stati esonerati Gian Piero Gasperini dall’Inter (sostituito da Claudio Ranieri), Pierpaolo Bisoli dal Bologna (sostituito da Stefano Pioli), Marco Giampaolo dal Siena (sostituito da Daniele Arrigoni), Sinisa Mihajlovic dalla Fiorentina (sostituito da Delio Rossi) e Massimo Ficcadenti dal Genoa (sostituito da Davide Ballardini), senza considerare gli addii dello stesso Pioli al Palermo e di Donadoni al Cagliari ad agosto, prima della prima giornata.
È curioso notare come a spendere una marea di denaro per avere 4-5 allenatori a libro paga sono le stesse società battagliere nel chiedere una maggiore equità nella distribuzione dei proventi tv. I soldi quindi non vengono investiti in infrastrutture o vivai, ma negli esoneri compulsivi per la gioia dei presidenti che maneggiano la malcapitata squadra come un giocattolo, troppe volte bistrattato e usato male.
Gli esoneri sono sempre dolorosi. Specialmente quando appaiono ingiusti. Il caso di Corini è solo l’ultimo di una serie piuttosto lunga. In questo inizio di campionato l’ormai ex tecnico delle Rondinelle ha raccolto sette punti e, nonostante sia in zona retrocessione (con una partita in meno dovendo recuperare il match contro il Sassuolo), è solo a un punto dalla quartultima, il Genoa. Dunque, abbastanza in linea con le aspettative, visto che il Brescia è una neopromossa. Eppure Cellino ha deciso di non aspettare oltre e ha dato il benservito al tecnico, che pure l’anno scorso ha riportato la squadra in A, centrando una promozione diretta da subentrato.
In ogni caso, Corini è in buona compagnia!
Ecco una lunga serie di decisioni affrettate, dissidi interni o anche di semplice ingratitudine.
1. Il pericolo per il Brescia lo evidenzia nello scorso campionato il caso di Ballardini. L’ex tecnico del Genoa portò la squadra a un tiro di schioppo dall’Europa League con una partita giocata in meno e fece rendere in maniera incredibile il talento di Piatek. E tutto ciò non gli ha permesso comunque di evitare il licenziamento, con i rossoblu che prima chiamano Juric, esonerato anche lui, e poi Prandelli. La stagione non migliora, anzi, termina con il Genoa costretto a lottare per la salvezza e a finire al diciassettesimo posto.
2. Alla fine della stagione 2017/18 salta in Serie A una panchina non così in pericolo. Donadoni, all’epoca tecnico del Bologna, paga una serie di risultati deludenti, maturati però dopo una salvezza ampiamente raggiunta. Cosa avrebbe dovuto fare di più che condurre i felsinei alla tranquillità? Ma la società non vuole sentire ragioni e lo esonera.
3. Nel 1990 la mancata conferma di Zoff da parte della Juventus, arrivata al termine di una stagione culminata con la vittoria della Coppa UEFA e della Coppa Italia, non è mai stata compresa da molti. La scelta della dirigenza rientra nell’ottica di un profondo rinnovamento bianconero. La Juventus è affidata a Gigi Maifredi, che però si rivelerà una scelta poco felice da parte di Corso Galileo Ferraris. La Signora non riesce neanche ad entrare in Europa, addirittura dal 29 maggio 1991 Antonello Cuccureddu, il tecnico della Primavera, sostituisce Maifredi nelle ultime amichevoli della stagione e più di qualcuno si mangia le mani al pensiero dell’addio di DinoMito.
4. Un altro esonero incomprensibile è quello di Gigi Radice, allenatore della Fiorentina 1992-93, allontanato dalla società nonostante la Viola fosse in zona Europa e lottasse per le primissimi posizioni. La squadra il 3 gennaio è sesta in classifica, ma una sconfitta casalinga contro l’Atalanta costa a Radice l’esonero. A fine anno la Fiorentina, affidata prima ad Agroppi e poi al duo Chiarugi-Antognoni, retrocederà in serie B.
5. Anche l’esonero di Azeglio Vicini dalla Nazionale appare ingiusto, alla luce degli ottimi risultati raggiunti dal CT azzurro a Euro 1988 e al mondiale casalingo. Al tecnico romagnolo è fatale la mancata qualificazione agli Europei del 1992, complici due pareggi con l’Unione Sovietica che costano il primato nel girone. L’eliminazione, però, per certi versi accelera il processo che porterà Arrigo Sacchi a sfiorare il titolo mondiale nel 1994.
E allora anche in Serie D, nell’Audace Cerignola, via Pazienza ed ecco un sergente di ferro: il presidente Nicola Grieco ha scelto chi prenderà il posto dell’esonerato Alessandro Potenza, e si tratta di un ritorno. Il nuovo allenatore dei gialloblu sarà Vincenzo Feola, campano che fra due giorni compirà 52 anni. Si è già seduto sulla panchina ofantina per una breve parentesi tra fine ottobre e inizio novembre nella stagione 2016/17, quella del ritorno in serie D: dopo due vittorie di fila, il ko interno con il Team Altamura determinò la fine della sua avventura.
Quando il Cerignola gioca contro l’Altamura, succede sempre qualcosa…
Il mister di Somma Vesuviana ha ottenuto in carriera due vittorie del campionato di serie D con Akragas e Savoia, l’annuncio ufficiale avverrà ad ore e domani la presentazione e la direzione del primo allenamento.
Un tecnico che predilige un rapporto schietto e molto diretto con i propri calciatori, un profilo adatto per risollevare le sorti di un gruppo che naviga nelle zone agitate della classifica e al quale va innanzitutto restituita la serenità. Feola (ultima esperienza fino allo scorso febbraio ad Aprilia, sempre in serie D) dal punto di vista tattico dispone generalmente le sue squadre con il 4-2-3-1: in questi giorni di conoscenza e valutazione delle risorse a disposizione, si vedrà se sarà lo schema più consono al caso. Di sicuro una sfida stimolante, sperando di replicare la fantastica rimonta che portò alla promozione nell’allora Lega Pro i siciliani dell’Akragas.