di Rosario De Rosa
No, non stiamo parlando della bisteccona regina di ogni pasquetta, ma della squadra viola: Rocco Commisso è il nuovo proprietario della Fiorentina.
Mentre aspettiamo il nuovo allenatore della Juve, questo pomeriggio sono stati sciolti gli ultimi nodi del passaggio di proprietà della squadra viola in un incontro, durato quasi due ore, tra il magnate americano e i fratelli Della Valle, negli uffici della Tod’s a Milano.
La Fiorentina è uno dei club più sani non solo del campionato di Serie A, ma di tutto il panorama calcistico europeo e quindi il buon Commisso è andato sul sicuro nell’investire i suoi soldi per un totale di 170 milioni di euro: tutto Ronaldo più mezzo Pogba!
Il nuovo presidente della Fiorentina è nato a Marina di Gioiosa Ionica, in provincia di Reggio Calabria. Meglio dei vari Pallotta, Saputo e Tacopina (di Stoneham, Montréal e New York), a mascherare una vita negli States o in Canada. La Fiorentina che verrà si unisce al club delle americane d’Italia.
Meno di un anno fa Commisso ci aveva provato a Milano, dove oggi si è riunito con la dirigenza viola. Sembrava fatta, ma alla fine i rossoneri sarebbero passati nelle mani del fondo Elliott.
Perché gli oltre 4 miliardi di dollari del patrimonio del nuovo Presidente (Signor Commisso, non è che può passare pure da queste parti?) poggiano anche sulla sua passione per il calcio. Non per modo di dire: è stato grazie al pallone che Rocco si aggiudicò una borsa di studio alla Columbia University (che nel 2013 gli ha dedicato lo stadio) a fine anni ’60. Da lì, la rapida ascesa nel mondo della finanza.
Il successo non gli fa passare la voglia di calcio: dal 2017 Commisso è il proprietario dei New York Cosmos, salvando dai debiti il club in cui militarono anche Pelè e Chinaglia. Gli occhi vanno alla sua Italia, da dove a 12 anni raggiunse il padre falegname in Pennsylvania con il resto della famiglia. Un’infanzia a suonare la fisarmonica nel Bronx, a fare gol fino alla Columbia. “Il mio sogno è un investimento significativo nella Juve: la tifo da quando sono bambino”.
Qualcuno glielo dica che a Firenze è meglio che non si sappia.