Facciamo una premessa: secondo me la società avrebbe dovuto fare di piú per trattenere Alessio Curcio a Foggia anche se non siamo a conoscenza dei margini della trattativa. Il capitano rossonero, oltre alle sue indubbie capacità tecniche, sarebbe stato utile nello spogliatoio per amalgamare il gruppo alla luce delle sue conoscenze circa la piazza, l’ambiente e gli obiettivi dei tifosi. Certamente questo calcio non ha più le sue bandiere, a qualsiasi livello, per cui la gente è ormai abituata agli arrivi e alle partenze, anche quelle inaspettate.
A dire il vero non credo che Curcio abbia fatto il colpo della vita, ci avrà sicuramente guadagnato dal punto di vista economico, io lo avrei giustificato se avesse fatto il salto di categoria, se fosse andato in B, ma alla fine ognuno è libero di fare le proprie scelte, in futuro magari lui stesso valuterà se a rà fatto bene o male.
Come al solito anche lui si accaserà da svincolato, evitando che una società paghi il cartellino all’altra (ma alla fine chi lo paga il cartellino?). Dybala e Donnarumma sono gli esempi più recenti.
Un tempo si sacrificava il calciatore più rappresentativo per far cassa, per tirare avanti, per ricostruire la rosa e così si andava avanti. Purtroppo, per chi investe, non è più così. Speriamo che alla fine il sistema calcio riesca a resistere.
Nel frattempo ci piace ricordare i veri capitani, quelli che hanno fatto la storia del Foggia, quelli come Pirazzini che rifiutò anche le lusinghe di grandi clubs o come Agnelli che lasciò il professionismo per dare una mano alla propria squadra precipitata nei Dilettanti. Questi erano più che Capitani, questi erano leader.
Gli altri capitani erano quelli che avevano solo il privilegio di poter parlare in campo con l’arbitro, niente di più!
(ph. Alessandro Forcelli)