Solofoggia.it

I social, che bella realtà!

di Mimmo Attini
Sono passati solo pochi giorni dal pareggio del Foggia in quel di Padova, e sui social si è letto di tutto:
Agnelli deve andar via da Foggia, anzi per qualcuno non è nemmeno foggiano doc perché da parte di madre ha un parente piemontese di settima generazione; Padalino non ha in mano la squadra, anzi è Nember a fare la formazione da mandare in campo perché lui capisce di spanne; i Sannella non pagano gli stipendi da inizio campionato e hanno già venduto il Foggia assieme alla Tamma ai Casillo buoni (cit.); Nember non è più il direttore sportivo del Foggia e a breve sarà esonerato; Fares non segue il Foggia perché è stato sfiduciato … ecc. ecc. …
E la cosa che più colpisce è che ogni notizia sia preceduta dalla frase “fonte certa”.
Diciamo la verità, ma senza i social come avremmo fatto? Come avrebbe fatto l’allenatore di turno a dare consigli a Padalino su dove deve giocare Kragl, se mettere Galano o Mazzeo o Iemmello.
Siamo circondati da allenatori che, pur non avendo fatto il corso a Coverciano, sono comunque tutti accreditati dal magico modo del web.
E poi ci sono gli odiatori da testiera, i cosiddetti “haters”, coloro che non si limitano a commentare e criticare una formazione o una sostituzione. Da loro partono offese e invettive prive di ogni decoro, contro il giocatore di turno.
Offese che non hanno alcun senso se non quello di destabilizzare la serenità di giocatori e di tutto l’ambiente.
Siamo sicuri che questo gioco al massacro sia la strada giusta? Siamo sicuri che queste offese siano il giusto modo per caricare giocatori e dare loro la giusta tranquillità per poter lottare in campo?
La posta in gioco è troppo alta e si chiama serie B. Facciamo i tifosi e tifiamo per i nostri ragazzi. Evitiamo i tranelli e le critiche fuori luogo.
Come spesso cantano le curve: “i ragazzi han bisogno di noi”.