Quando sei ad una distanza più o meno simile dal baratro e dal sogno, più succedere che ti possa girare la testa con conseguente perdita di equilibrio.
Ovviamente meglio questa situazione e non quella in cui si vive di affanni, ci si sente traballanti, situazione di estrema precarietà.
Sappiamo altresì che passare da un estremo all’altro possa accadere nel giro di due/tre partite. Non dimentichiamo mai che all’indomani della gara con il Pescara, meno di un mese fa, la classifica cominciava ad essere maledettamente preoccupante.
Piedi per terra!
Lo si è detto tante volte ma mai come questa volta bisogna ripeterlo.
Se solo dopo tre partite si passa da una retrocessione quasi inevitabile ad una euforia per la zona playoff all’orizzonte, pensiamo un po’ cosa possa ancora succedere in un campionato che offre ancora 17 giornate.
Godiamoci quindi il momento, concludiamo al più presto quella pratica che prevede l’acquisizione di ulteriori 19 punti e poi sarà tutto grasso che cola.
Sognare è giusto, è legittimo ma può portare a cocenti delusioni.
Se l’obiettivo era ed è quello di guardarsi le spalle, continuiamo a farlo. Magari proprio l’essere umili, rispettosi dell’avversario, il non montarsi la testa possono essere quelle armi vincenti per stringere i tempi e togliersi subito il pensiero.