di Rosario De Rosa
Come ben sanno i miei quattro lettori, il Foggia adesso giocherà tra un bel po’ di giorni, tra soste per la Nazionale, riposo, pause pranzo, 104…
Che si fa in questi giorni?
I giornalisti scrivono, intervistano, commentano, fanno il punto della situazione; i tifosi aspettano, anche loro commentano, chattiamo su Facebook o Whatsapp le possibili formazioni, gli aggiustamenti che solo così il Foggia vincerà tutte le partite!
Io mi permetto di tirare forma ai miei ricordi, dico quello che penso: in particolare mi piace con voi condividere le emozioni da tifoso, le sensazioni di chi vede la partita e non solo.
Io ho la fortuna e l’onore di andare in Tribuna così si vedono le mosse tattiche, gli schieramenti in campo, si guarda la partita così come la commentano i giornalisti seri, quelli delle telecronache o delle radiocronache; vi assicuro che la partita vista dalla tribuna ha un sapore completamente diverso da quello vista alla curva o in gradinata.
All’inizio ci sono i classici riti di perlustrazione, come fanno le zie al pranzo di matrimonio per controllare che sia stato invitato questo o quello: dopo esserci assicurati del proprio posto, ci si guarda attorno, si vede se c’è Alessia Macari, se sono arrivati Pio e Amedeo, se c’è il Sindaco (dicono che non porti molto bene la sua presenza allo stadio…); poi si saluta, non fa niente che non si conosca nessuno, però così facendo si fa la parte di quello importante.
Si applaudono le curve, si applaudono i giocatori, che bello, all’inizio va tutto bene, si parla addirittura in italiano, il tono è anche sommesso e pacato, ma dura troppo poco: tutti i santi vengono invocati al primo gol subito da Bizzarri (in genere al primo tempo) e tutti i morti vengono nominati al secondo gol!
Gli angioletti piccolini della tribuna si arrossiscono molto nell’ascoltare imprecazioni, bestemmie e amenità varie.
Si sa, siamo tutti allenatori, e ognuno a suo dire sa per certo come deve aggiustata la partita, “Cagn’a a quill”, “Macchegghe”, “Stroppa vattene” e quindi non si lesinano commenti e pronostici.
All’intervallo ci si assicura che il Sindaco davvero non ci sia, si prende il caffè, si commenta, si leggono le offerte di Euronics del volantino…
Riprende la partita e la tribuna riacquista il suo carosello di colori, di sguardi, di critiche, di applausi; comunque vada, siamo stati al coperto e ci siamo fatti il selfie, perché devo avere il like da vero tifoso e devo aggiornare la mia pagina Facebook o Instagram.
Ci rivediamo allo Zaccheria, ci si saluta lì!