Può succedere anche in una finale di Champion’s, anche in una di quelle partite che chiunque abbia avuto a che fare con una sfera di cuoio sogna di poter vivere da protagonista. Arrivare ad una partita del genere dopo anni di sacrifici e diventare l’artefice della sconfitta della tua squadra è un qualcosa con cui è difficile convivere.
Il volto attonito di Karius a fine gara, il suo gesto di scusa nei confronti di un pubblico deluso sono cose che difficilmente potranno dimenticarsi soprattutto perchè avvenute in un palcoscenico troppo importante.
Per giocare a certi livelli non basta essere dotati tecnicamemte, bisogna avere anche una forza di carattere che faccia sì che il singolo errore non vada a condizionare il resto della gara e soprattutto non riesca a determinare ulteriori errori che a quel punto diventano devastanti e irrimediabili.
Il Real probabilmente avrebbe vinto comunque. A certi livelli conta anche saper vincere e soprattutto essere abituati a vincere. A certi livelli puoi permetterti anche Bale in panchina magari utilizzandolo una ventina di minuti, giusto il tempo per chiudere definitivamemte la gara.
Tutto ciò però non basta. Resteranno nella mente di tutti i due grossolani errori di Karius che banalizzeranno la vittoria degli spagnoli e addosseranno le responsabilità a questo giovane di 25 anni le cui lacrime hanno toccato tutti.
Chissà se riuscirà a prendere sonno o se rifletterà sulle volontà del suo papà che lo voleva in sella ad una moto di cross e magari non a difendere i pali in questa triste serata di Kiev.