La piazza è ancora attonita per il risultato di venerdì sera ed è visibilmente delusa e sicuramente preoccupata. Si ha l’ impressione che, in questo momento, non si riescano ad individuare quelle 5 squadre da tenere sotto in classifica dopo averle incontrate tutte e dopo aver valutato la campagna di raffozamento delle dirette concorrenti.
Se si vuole essere ottimisti e propositivi, si può affermare che meno male che questo intoppo è giunto con la sessione di mrcato ancora aperta in modo da correggere eventuali sbagli fatti nel comporre la rosa per questa stagione. Ci sono dei vuoti da colmare e probabilmente qualche esubero da sistemare altrove. Il tempo delle voci, delle polemiche, delle ambiziose pretese è terminato.
La società, il direttore sportivo, l’allenatore devono sedersi seriamente intorno ad un tavolo per capire se si può cambiar rotta, se si può riaccendere quell’entusiasmo che aveva contagiato l’intera città con quegli acquisti che, non solo avrebbero dovuto polverizzare la penalizzazione, ma che avrebbero potuto pensare di raggiungere anche posizioni di tutto rilievo nella graduatoria del campionato cadetto.
Per fortuna il calcio è uno sport dove le chiacchiere valgono poco e il campo dà quei verdetti inappellabili, alcune volte esaltanti, altre volte deludenti.
Bisogna sapere quali siano le intenzioni. Qualcuno venga allo scoperto e spieghi a questa gente cosa si sta facendo, cosa si vuole fare, quale è il destino di questa squadra, di taluni calciatori e soprattutto se c’è la voglia e l’impegno per reagire senza farsi trasportare dall’inerzia.
Non si tratta di essere disfattisti per una sconfitta, anche se scottante. Può anche essere che contro il Crotone si sia perso più per i meriti di Stroppa che conosceva la sua ex squadra e sapeva come metterla in difficoltà, che non per i demeriti di un Foggia che in ogni caso, così brutto, almeno nelle gare interne, non si era mai visto.
Che non sia però un alibi, che non si dia solo il merito all’ex allenatore ma che si sappia affrontare il problema, valutandolo da tutte le angolazioni.
Qualcosa si deve fare, la società deve intervenire e deve essere chiara con la sua gente perchè l’anno prossimo potrebbero cambiare tutti, dall’allenatore al d.s., ai calciatori ma la gente resta, quella gente che ha dato fiducia, quella gente che l’unica cosa che non vuole cambiare è la categoria.