Doveva essere rivoluzione e rivoluzione è stata. Zeman si è chiuso in difesa. Stroppa continua il suo impegno nel far saltare i nervi a tutti, una tattica collaudata, una sorta di “Vi faccio vedere come siamo forti e giochiamo senza risultato”. Le prime bestemmie le vince Mazzeo, la sua miglior giornata nel fare cazzate, non passa inosservata. Segue a ruota Agnelli, probabilmente non era mai stato così veloce ma, se si alza il tasso tecnico della squadra, la differenza raddoppia, e così sembra ancora più impacciato. Saranno, ironia della sorte, i primi due ad entrare in campo ad inizio secondo tempo. Un palo, una traversa, qualche tiro che per poco non entra, non battono la capacità di fare una azione decente e mettere la palla in porta tipo “Zemanlandia”, che non c’è più ma porta ancora risultati. Quando finalmente arrivano i cambi si ode un corale “Finalmente” dagli spalti. Stroppa capisce che quelli sono tutti allenatori e, per dispetto, sostituisce gli unici due che non c’entravano nulla, con quel risultato, e che comunque ringraziano il mister. Da quel momento in poi, in tanti avevano un solo pensiero in mente, cercare Floriano per vedere la faccia che aveva fatto, e quella dell’ isola in tribuna per vedere…vabbu tanto la cercavano tutti sugli spalti. Pare che anche Zeman, alla sua veneranda età, iniziava a pensare che quella botta di culo avuta con il gol, veniva proprio dalla tribuna. Ora Nember ha finalmente capito, si gioca bene e, vendere tutti i pericoli che Stroppa può mettere in campo, lasciando quelli buoni, potrebbe essere la svolta. Il calciomercato sì chiude a fine gennaio, e comunque se vogliamo raggiungere un risultato, sarebbe ora di non guardare più chi è storia o chi è bandiera, rischiamo di perdere tempo a sbirciare in tribuna. #ZaFo’